La cerimonia nella sala di concerti di Zagabria è stata organizzata dall'Associazione dei generali croati, che raduna i più alti ufficiali militari in pensione. Il presidente, Pavao Miljavac, ha detto che Praljak "fino all'ultimo momento ha difeso la propria patria e l'onore del proprio esercito".
L'evento non ha avuto carattere ufficiale e non erano presenti i rappresentati del governo o del parlamento, con l'eccezione del ministro per i Veterani di guerra, Tomo Medved.
Sono comunque giunti molti deputati dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori), partito del premier Andrej Plenkovic, e numerose personalità della vita pubblica croata, in particolare esponenti legati alla destra nazionalista, che considerano Praljak un eroe nazionale.
Il primo a parlare è stato Miroslav Tudjman, parlamentare e figlio del defunto primo presidente Franjo Tudjman, che ha citato le ultime parole di Praljak rivolte ai giudici del Tpi: "Non sono un criminale di guerra e con sdegno respingo la vostra sentenza".
Tudjman ha poi affermato che il verdetto del Tpi contro Praljak e altri cinque alti politici e militari croati bosniaci "è un'offesa alla giustizia". "Praljak non voleva vivere neanche un minuto come criminale di guerra, semplicemente perché non lo era", ha concluso Tudjiman, il cui intervento è stato accolto da un lunghissimo applauso. I sei croato-bosniaci sono stati riconosciuti colpevoli con sentenza definitiva di crimini contro l'umanità e in particolare di pulizia etnica per il ruolo svolto nella deportazione dei musulmani bosniaci. I giudici hanno anche confermato che i croati di Bosnia avevano formato una organizzazione con l'obiettivo di creare un'entità parastatale croata in Bosnia-Erzegovina. Tale entità si sarebbe poi potuta "unire alla Croazia" o rimanere in "stretta associazione" con Zagabria.
(ANSAmed).
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