Il centro dei Gesuiti, ha sottolineato Prakash, aiuta "sia cristiani che musulmani ma anche gente di cui non sappiamo nulla. Il 'Jesuit Refugee Service' non fa distinzioni in base alla religione. Noi serviamo ogni essere umano, in particolare i più afflitti".
"In molte parti della città, ci hanno detto - ha proseguito Prakash - ci sono persone bloccate, che non possono uscire.
Negli ultimi giorni sono morte circa 300 persone e tante altre sono rimaste ferite".
"Ora fortunatamente - ha aggiunto Prakash - c'è il cessate il fuoco, ogni tregua è un bene per tutti. Tutte le fazioni in guerra, ovunque siano e da dovunque provengano, fermino le ostilità perché gli attacchi sulla popolazione civile sono al di fuori di ogni negoziazione. Abbiamo inoltre necessità di attrezzature mediche: qui la gente ha bisogno di cure, gli ospedali sono pieni di uomini, donne e bambini che stanno morendo. Il materiale medico deve assolutamente arrivare. La gente è priva di ogni bene, molti sono anche senza cibo".
"Noi vogliamo la pace, - ha concluso Prakash - la gente di Aleppo vuole la pace. Preghiamo per la pace, speriamo nella pace, e così la gente siriana. Perché la guerra e la violenza non sono nell'interesse di nessuno. Speriamo che il cessate il fuoco e la tregua possano continuare e che tutto il popolo possa godere di una pace sostenibile e durevole nei giorni e negli anni a venire".
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