Il dossier è stato inviato dal procuratore generale al tribunale militare, riferisce oggi l'agenzia Mena, che definisce la registrazione "fabbricata". Le intercettazioni infatti, secondo l'agenzia ufficiale egiziana, sarebbero farse e costruite ad arte. Secondo la procura generale si tratta di "registrazioni e telefonate, attribuite a personaggi pubblici e dirigenti dello Stato, fabbricate e falsificate con l'uso di tecniche moderne, con l'obiettivo di seminare discordia, destabilizzare la sicurezza della società e influenzare i giudici incaricati dei processi ai vertici della formazione terroristica (tra cui Morsi, ndr)".
"La Confraternita è in uno stato di sbando totale e utilizza i media, sostenuti da soggetti stranieri, e siti web sospetti", sempre secondo la procura, che ribadisce "di proseguire il suo lavoro con totale indipendenza, autenticità e giustizia, e senza farsi influenzare dai conflitti tra le diverse correnti politiche".
La magistratura egiziana mette infine in guardia dall'utilizzo e dalla diffusione di "informazioni false che mettono in pericolo l'interesse generale" dell'Egitto, pena "sanzioni penali". (ANSAmed).
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