Non lascia spazio a dubbi la dichiarazione finale della conferenza promossa a Vienna dal Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (Kaiciid), centro fondato nella capitale austriaca da Arabia Saudita, Austria e Spagna, sul tema "Uniti contro la violenza in nome della religione".
Dopo due giorni di lavori, in cui si sono confrontati sulla necessità di sostenere la diversità religiosa e culturale nei due Paesi teatro di sanguinosi scontri, i leader religiosi riuniti nella capitale austriaca hanno rilasciato una dichiarazione articolata in otto punti - riportata dall'Osservatore Romano - che fissa l'adozione del dialogo come "strumento principale e più potente per risolvere conflitti e disaccordi" e mira a sostenere "iniziative e istituzioni che considerano il dialogo il metodo migliore per costruire la pace, la coesistenza e per promuovere una cittadinanza comune".
I partecipanti alla conferenza condividono "l'indignazione di coloro che devono subire gravi ingiustizie e abusi arbitrari".
Infatti, ribadiscono, "a prescindere dalla religione che una persona ha scelto, essa ha il diritto di essere trattata con umanità e con dignità". In particolare, "l'assassinio di massa e il conflitto cruento incontrollati sono giustamente classificati come crimini contro l'umanità". Nella dichiarazione trova spazio anche la ferma denuncia del sostegno dato al terrorismo e del finanziamento dello stesso, e viene rivolto un appello ai leader e ai governi del mondo, alla Lega Araba e al Consiglio di sicurezza dell'Onu, affinché si intervenga "con misure appropriate per fermare i crimini e porre fine ai conflitti, i quali sono distruttivi tanto per le persone quanto per le civiltà", perché "nulla giustifica la violenza contro i civili o le minacce alla loro vita e al loro sostentamento". Successivamente si esprime solidarietà nei confronti di quanti "sono oppressi a causa di tali eventi", specie coloro che "sono stati sradicati e allontanati dalle loro case e dalla loro patria". Particolarmente significativo il rifiuto dell'insegnamento distorto dei valori in seno all'islam, "specialmente da parte di coloro che rivendicano un Governo islamico in Iraq e in Siria e dei loro seguaci", con l'invito a tutte le persone di fede e di buona volontà a condannare queste pratiche e a opporsi unite a queste tattiche. (ANSAmed).
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