(ANSAmed) - BEIRUT/CAIRO - Il parlamento turco si appresta a votare sull'invio di proprie truppe nelle zone critiche al confine con l'Iraq e la Siria. "Inviare truppe se necessario in Paesi stranieri e via libera alla presenza di militari stranieri per scongiurare attacchi contro la Turchia da Iraq e Siria",si legge nel testo della risoluzione che il governo turco ha chiesto al Parlamento di varare. Lo riferiscono i media turchi. Il voto e' in programma domani.
Inoltre la Turchia pianifica di creare una zona cuscinetto lungo il confine siriano, in particolare nelle aree controllate dall'Esl e dal Fronte islamico (che comprende anche i qaedisti di Al Nusra): lo scrive Hurriyet citando fonti della sicurezza turca. "Ankara preferirebbe che la zona cuscinetto fosse stabilita dalla Coalizione, ma é pronta a procedere anche senza l'aiuto di militari stranieri". La buffer zone non sarebbe estesa a zone controllate dai curdi del Partito democratico (siriano, affiliato al Pkk) o dall'Isis, in modo che le forze turche non debbano entrare in contatto con tali gruppi.
La zona cuscinetto servirebbe per contenere i massicci afflussi di rifugiati siriani che tentano di entrare in territorio turco, e per trasferirvi quelli che già ci sono entrati, ospitandoli in nuovi campi.
Intanto accaniti combattimenti sono in corso anche oggi intorno a Kobane, città curda nel nord della Siria che lo Stato islamico (Isis) sta cercando di conquistare. I jihadisti sono a non più di due o tre chilometri dalla città, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Il direttore dell'ong, Rami Abdel Rahman, ha detto all'agenzia Afp che la Coalizione internazionale guidata dagli Usa ha compiuto cinque raid aerei sulle forze jihadiste, vicino alla linea del fronte con le forze di autodifesa curde (Ypg).
Secondo la televisione panaraba Al Jazira, quasi tutta la popolazione civile di Kobane e' fuggita verso il vicino confine con la Turchia e in citta' rimangono solo miliziani curdi impegnati nei combattimenti. La conquista della citta', il cui nome arabo e' Ain al Arab, permetterebbe ai jihadisti dell'Isis di assicurarsi il controllo di gran parte del territorio nel nord della Siria al confine con la Turchia. Secondo l'Ondus, sono gia' 325 i villaggi caduti nelle mani dello Stato islamico dall'inizio dell'offensiva, il 16 settembre scorso, che e' continuata nonostante i raid aerei della Coalizione internazionale in appoggio alle forze curde e che ha costretto oltre 160.000 civili curdi a fuggire.
Nella Siria centrale, infine, è di almeno 39 morti e 76 feriti, tra cui 30 bambini, il bilancio del doppio attentato avvenuto oggi in quartieri in prevalenza abitati da alawiti filo-Assad oggi a Homs, in Siria. Lo riferisce il corrispondente della tv libanese Al Manar, del partito sciita Hezbollah. Gli attacchi sono stati compiuti da due kamikaze, uno dei quali si e' fatto saltare in aria vicino a una scuola nel rione di Akrama. (ANSAmed).
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