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Islam: quelli che a digiunare non ci pensano nemmeno

Nessuna rivolta a religione, ma scelta personale

04 luglio 2014, 18:59

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 4 LUG - Il digiuno nel mese sacro di Ramadan è uno dei cinque pilastri dell'Islam e la sua violazione, in alcuni Paesi arabi, è considerata un reato, con tutte le spiacevoli conseguenze che ne possono derivare. Ma, seppure in un periodo in cui sembrano affermarsi le correnti che propugnano una rigorosa applicazione delle prescrizioni contenute nel Corano, cresce il numero di coloro che a digiunare non ci pensano proprio. E non perché disconoscano la religione dei loro padri, ma perché ritengono l'imposizione del digiuno da prima dell'alba al tramonto come una prescrizione troppo afflittiva. Anche se alcune categorie, ritenute fisicamente da proteggere, sono esentate, sempre che vogliano farlo. Come i bambini, i malati (come i diabetici) e in ogni caso le persone molto anziane, così come le donne nel periodo del ciclo. Sono soprattutto i più giovani ad imboccare la via della rottura del digiuno, pur se evitano di farlo in pubblico pensando che, su tutto, prevalga il rispetto della religione, pur se non se ne condividano alcuni aspetti. Quindi, evitati i luoghi pubblici, il no al digiuno purificatore avviene al sicuro nelle case, dove le madri o le mogli preparano da mangiare senza aspettare la sera, per evitare che i loro cari possano incorrere nelle attenzioni di qualche irreprensibile rappresentante della legge.

Sono, quindi, iniziative personali, per quanto in crescita, che non celano alcun progetto politico. Non come accadde, qualche anno fa, in Marocco quando coloro che non intendevano sottostare al digiuno costituirono un movimento che affidò il suo forte messaggio di rottura ad iniziative pubbliche, come picnic nei parchi. Il movimento - apparso nel 2009 e di cui ora s'è persa traccia, anche se si ritiene che abbia scelto la strada della non visibilità per motivi di sicurezza - si chiama "Masayminch" ('noi non digiuniamo') e può essere considerato l'erede delle idee dei giovani marocchini che, negli anni '60, sfidarono le convenzioni facendo colazione in uno dei caffè più frequentati di Rabat. Giovani che, però, forse perché in maggioranza figli di esponenti della nomenclatura del Regno, quasi si scusarono ufficialmente del loro gesto per evitare sgraditi soggiorni nelle prigioni marocchine. Dopo la sua prima uscita ufficiale, Masayminch ebbe degli emulatori in Tunisia ed Egitto, ma anche di essi non si ha più notizia. Ma, nel variegato panorama dell'Islam c'è anche chi non vuole rispettare il digiuno di Ramadan, ma ritiene di avere bisogno di un avallo ufficiale. Sta accadendo in Senegal dove, riferiscono alcuni media locali, nei pronto soccorso degli ospedali si presentano decine e decine di musulmani che, adducendo questo o quel disturbo, chiedono una attestazione medica che li autorizzi a mangiare mentre altri correligionari non lo fanno. Un fenomeno che sembra quasi un'improbabile epidemia di ipocondria, ma davanti al quale i medici rispondono picche: nessun certificato, se non vuoi digiunare è solo una tua scelta. (ANSAmed).

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