Obama ai repubblicani: incoerenti su Trump

Il presidente: "Criticarlo e continuare a sostenerlo non ha senso. Capo diritti umani Onu: Tycoon 'pericoloso'

Redazione ANSA

Affondo del presidente statunitense Barack Obama sul partito repubblicano, colpevole a suo dire di non avere assunto un atteggiamento coerente dopo le critiche a Trump per le sue frasi offensive contro le donne. "Non si può ripetutamente denunciare le parole" del candidato alla Casa Bianca "e poi continuare a sostenerlo" nella sua campagna "per diventare la persona più potente del pianeta", ha detto. "Il fatto che ci siano persone che dicono 'Disapproviamo fortemente questi commenti, li troviamo disgustosi, ma ancora lo sosteniamo', per me non ha senso", ha sostenuto parlando ieri sera a un evento in favore di Hillary Clinton a Greensboro in North Carolina.

Arriva intanto una pesante presa di posizione contro Trump da parte dell'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, il principe giordano Zeid Ra'ad al-Hussein:"Credo che se fosse eletto, sulla base di quello che ha già detto e a meno che non cambi, sarebbe pericoloso da un punto di vista internazionale". Lo ha detto, aggiungendo che alcune frasi del candidato repubblicano sono "profondamente inquietanti e fastidiose" in particolare sulla tortura e sulle "persone vulnerabili".

E continuano invece le scaramucce con Hillary Clinton. In un intervento ad un raduno in Florida, Trump ha plaudito a Wikileaks che nei giorni scorsi ha diffuso 50 mila email hackerate di John Podesta, presidente della campagna elettorale della ex First Lady, definendo l'avversaria nella corsa alle presidenziali "strumento di un establishment corrotto che sta pervadendo il nostro Paese e minando la sovranità della nazione". Ha parlato poi di Wikileaks come di una "finestra" nei "corridoi segreti del potere governativo" ed è tornato a minacciare di istituire, se eletto, un tribunale speciale per indagare sulle email spedite dalla Clinton da un indirizzo privato quando era segretario di Stato.

Immediata la replica dello stesso Podesta che ha accusato il consigliere di lunga data di Donald Trump, Roger Stone, di essere stato avvertito in anticipo dei piani di WikiLeaks di pubblicare le sue mail ed ha insinuato che il candidato repubblicano alla Casa Bianca sta aiutando la Russia ad interferire nella politica americana. Il ministro russo degli esteri Lavrov a sua volta commenta: "ridicole" le accuse di interferenza: "E' certamente lusinghiero avere questo tipo di attenzione, per una potenza regionale, come il presidente Obama ci ha definito tempo fa. Ora tutti negli Usa dicono che è la Russia che gestisce le elezioni presidenziali americane", ma non c'è "un singolo fatto".

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