Metodo 'The Apprentice', parata candidati

Redazione ANSA

Che il palcoscenico sia quello della Trump Tower sulla Fifth Avenue di Manhattan o quello del Trump National Golf Club in New Jersey, per assegnare un posto nello staff della Casa Bianca o nella nuova amministrazione Usa va in scena il metodo 'The Apprentice'. Barack Obama lo aveva detto più volte in campagna elettorale: una presidenza Trump si trasformerà inevitabilmente in un reality show. Ebbene, in questi giorni di frenetico lavoro in cui il Donald Trump e il suo 'transition team' studiano la squadra di governo, la parata di candidati ai vari posti chiave assomiglia sempre più al programma tv che ha fatto di 'The Donald' anche una star del piccolo schermo. A sfilare sono tanti personaggi - da Mitt Romney a Rick Perry passando per l'ex generale James Mattis - che vengono ricevuti, ascoltati, valutati e tenuti in 'stand by' in attesa di un verdetto finale. Il tutto davanti alle telecamere di mezzo mondo. Una spettacolarizzazione che non fa altro che aumentare la suspense e le aspettative per decisioni rapide. Anche se nelle ultime ore - dopo le prime cinque nomine dei giorni scorsi - non si registrano novità. Del resto - fanno notare alcuni osservatori - Barack Obama nel 2008 continuò a fare nomine fino a tutto dicembre. Anche se l'approccio scelto fu radicalmente opposto, quello di colloqui riservati e poco pubblicizzati. Salvo sorprese, è probabile che ogni nuovo annuncio sia oramai rinviato a dopo la festa del Ringraziamento, che cade giovedì. Trump si appresta infatti a godere di qualche giorno di riposo e a celebrare il Thanksgiving nel suo megaresort di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida. Dall'entourage fanno sapere che il tycoon partirà da New York al più tardi mercoledì mattina e che è sua intenzione dedicarsi unicamente alla famiglia, tirando il fiato per la prima volta dopo la durissima campagna elettorale e le prime convulse giornate da presidente eletto. Intanto la sua popolarità cresce. Un fatto inusuale - sottolineano i media - per un Commander in chief appena uscito vittorioso dalle urne. L'indice di gradimento del tycoon, secondo Politico, ha fatto registrare un'impennata dopo il voto, con il 46% degli elettori (nove punti in più rispetto a prima dell'8 novembre) che si dice in sintonia con i primi passi compiuti. E dire che Trump è stato (insieme a Hillary Clinton) uno dei candidati più impopolari della storia Usa, e che a due settimane dal voto le manifestazioni contro di lui continuano senza sosta in tutte le principali città americane. Alla Trump Tower vanno in onda anche prove di disgelo con il mondo della stampa televisiva, dopo le tensioni della campagna elettorale e i durissimi attacchi del tycoon a molti media. I manager e molti dei più popolari giornalisti del piccolo schermo sono stati ricevuti dal neo presidente: dai vertici di Fox a quelli di Cbs e Cnn. Fra i partecipanti all'incontro in particolare Wolf Blitzer e Erin Burnett di Cnn, e Charlie Rose di Cbs. Sul fronte nomine, sempre caldi i nomi di Mitt Romney come possibile successore di John Kerry al Dipartimento di stato e dell'ex generale dei Marine James Mattis al Pentagono. Mentre per il team economico si valutano diversi nomi: da due ex dell'amministrazione Reagan e Bush come Larence Kudlow e David Malpass all'ex del Wall Street Journal Stephen Moore, passando per un ex democratico come Peter Navarro, docente di economia alla University of California

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