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Mondiali: Cheddira e arbitri, quel che resta dell'Italia

L'attaccante marocchino nato a Loreto, e poi Zalewski

Redazione ANSA ROMA

Arbitri, guardalinee, un nutrito contingente militare, il giocatore che non ti aspetti e uno degli stadi più apprezzati. Per essere il Mondiale senza Azzurri in campo, la presenza italiana al torneo che sta per iniziare in Qatar sarà comunque visibile ed importante, nei settori più vari. Nella lista degli ufficiali di gara scelti per dirigere le partite - 36 arbitri, 69 assistenti e 24 addetti - ci sono cinque nomi italiani: l'arbitro Daniele Orsato (della sezione di Schio), i guardalinee Ciro Carbone e Alessandro Giallatini, gli addetti al Var Massimiliano Irrati e Paolo Valeri. In Qatar sarà, naturalmente, anche colui che li ha voluti in una manifestazione così importante, ovvero Pierluigi Collina, presidente della Commissione arbitri della Fifa.

L'italiano che vivrà il Mondiale "come una favola" è l'attaccante del Bari Walid Cheddira, 24 anni, convocato dal Marocco. Nato e cresciuto - non solo calcisticamente - a Loreto, vestirà la maglia dei 'Leoni dell'Atlante', inseriti nel girone F con Belgio, Canada e Croazia. La chiamata del ct Regragui "è il sogno di ogni bambino che si realizza" ha ringraziato Cheddira, capocannoniere in serie B con 9 reti in 12 match, con il suo accento vagamente marchigiano. 'Favola' e 'sogno' calzano a pennello alla sua storia, quella di un ragazzo passato in tre stagioni dai dilettanti della Sangiustese alla vetrina mondiale, "non per caso, ma dopo anni di sacrifici e di lavoro". Come lui, e' nato in Italia Nicola Zalewski, cittadino di Tivoli di genitori polacchi: ha scelto la nazionale di Varsavia da prima che l'Italia venisse eliminata. Un doppio passaporto - di Roma e di Whasington - c'è anche nella nazionale Usa: è quello di Yunus Musah, centrocampista nato a New York ma a lungo in Veneto, dove ha giocato nel Giorgione. La sua scelta e' stata per la nazionale di nascita. Scontata quella di Thuram jr.: e' nato a Parma nei giorni in cui il papa' giocava con la squadra di Tanzi, ma di passaporto ha solo quello francese.

In Qatar c'è poi l'Italia che non vestirà l'azzurro, ma le mimetiche dei 560 militari - uomini e donne delle forze armate e dei carabinieri - che, insieme ai Contingenti di altri 12 Paesi (tra i quali Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Pakistan, Turchia), affiancheranno le Forze armate locali per rafforzare il sistema di difesa e sicurezza durante la Coppa del Mondo, soprattutto in infrastrutture critiche come stadi, porti, aeroporti, complessi industriali, centri commerciali. L'operazione 'Orice' sarà coordinata dal Covi (Comando operativo di vertice interforze), guidato dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Avranno il compito di assistere le forze armate dell'emirato nel contrastare e neutralizzare ogni possibile minaccia dovuta a rischi potenziali, interni ed esterni, che potrebbero pregiudicare il regolare svolgimento della manifestazione.

Ultimo ma non ultimo, lo spettacolare stadio Al-Bayt, realizzato dal Gruppo Salini, a sud della città di Al-Khor. Sessantamila posti, sarà utilizzato per disputare le due semifinali. Vista da fuori, la sua impressionante architettura ricorda le tende dei beduini. Occupa una superficie di 200mila metri quadrati ed è dotato di un sistema di aria condizionata che lo rende utilizzabile tutto l'anno.

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