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Adriatico Ionica, diversità può unire Macroregione AI

Studio Politecnica Marche commissionato da Cna

21 gennaio, 10:12

(ANSA) - ANCONA - Marcato ritardo, una relativa vitalità, spiccata diversità: sono tre aspetti che caratterizzano l'area adriatico ionica secondo uno studio dell'Università Politecnica delle Marche commissionato dalla Cna come contributo al Piano d'azione della Macroregione. Il gruppo di lavoro (responsabile scientifico il prof. Carlo Carboni) ha focalizzato l'attenzione, nell'analisi preliminare, su questi tre punti, evidenziando in particolare come il tema della diversità possa, e debba, paradossalmente unire la Macroregione.

Il primo aspetto analizzato è il ritardo complessivo di cui soffre il Sud-est europeo: bassa la spesa per l'istruzione e ricerca e sviluppo (eccetto la Slovenia), alta corruzione (idem), democrazia discutibile (eccetto Slovenia, Italia e Grecia), debito pubblico che "s'impenna oltre l'ammissibile (Italia ionica e Grecia)". L'area ha tassi di occupazione e disoccupazione peggiori della media europea e la struttura produttiva non è tecnologicamente evoluta. L'arretratezza colpisce non solo i territori balcanici, ma anche quelli ionici italiani e greci. Bassa la competitività (eccetto Italia adriatica e Slovenia): difficoltà di accesso al credito, corruzione, burocrazia inefficiente, normative fiscali rendono la Mrai poco appetibile per gli investimenti, con il rischio di restare intrappolata in una "forte periferizzazione". Ma ci sono anche interessanti potenzialità: un tessuto ricco di Pmi e microimprese (eccetto Bosnia e Serbia); un manifactury index che durante la crisi ha visto la miglior tenuta e, in alcuni casi, un'espansione proprio sulla sponda balcanica. Infine, la diversità, in termini di differenti etnie e religioni ma anche di piramidi di età (sulle quali influiscono i flussi migratori), opportunità di istruzione, accesso a prodotti della modernità, tipo di lavoro. Anche l'analisi sulle imprese rivela l'elevata eterogeneità della macroarea. Bosnia e Erzegovina sono esempi di un sistema assistito dallo Stato che promuove e sostiene grandi imprese, tuttavia ancora poco efficienti. Albania e Montenegro sono caratterizzate da piccole imprese e da una scarsa vocazione manifatturiera, mentre la Slovenia ha intrapreso con maggiore decisione un cammino virtuoso che ha già prodotto significativi risultati. Grecia, e soprattutto Italia Adriatica, partono da livelli produttivi assai più importanti. La diversità è anche nei redditi, con squilibri marcati come quelli tra Italia Adriatico Ionica e piccoli paesi dell'altra sponda (otto volte). Del resto, conclude l'analisi, "l'obiettivo europeo non è la creazione di un'omogeneità macroregionale", almeno non in prima battuta, ma "mettere i territori in condizione di compiere le loro scelte di sviluppo sfruttando le sinergie e le opportunità offerte dalla Ue". (ANSA).

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