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Un tesoro ritrovato, a Gubbio restaurata la Madonna del Prato

Grazie ai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica, il capolavoro del Borromini è tornato al suo antico splendore e i fedeli esprimono la gioia per un gioiello che sembrava perduto.

La firma è quella di Francesco Castelli, detto il Borromini, e la chiesa della Madonna del Prato, uno dei pochi esempi di arte barocca nella medievale Gubbio, è da oltre tre secoli e mezzo il punto di riferimento di una intera comunità. Dal 2016 era inagibile a causa del terremoto ma, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, la Madonna del Prato ha riaperto i battenti non solo ai suoi fedeli ma anche ai tanti turisti che ogni anno la visitano.

 

Gioiello di architettura barocca, eretta nel 1662 per volere del vescovo Alessandro Sperelli, sul terreno di proprietà delle Monache di Santo Spirito, in sostituzione della “picciola chiesuola” che si trovava in quella esatta porzione di terreno, la chiesa fin dall’esterno si presenta con un certo carattere di nobiltà. Varcando la soglia, il particolare che colpisce subito l’occhio è l’imponente cupola affrescata.

CEI 2024: S3 citazione 1 © Ansa

“Quando la chiesa ha riaperto, il sentimento è stato quello dell’esultanza, della gioia per un luogo che si pensava ormai perso”, sottolinea don Fabricio Cellucci, parroco della Madonna del Prato.

“La chiesa della Madonna del Prato - spiega Elisa Polidori, direttrice dell’ufficio Beni culturali della diocesi di Gubbio e del museo diocesano - si può immaginare come uno scrigno che racchiude un tesoro inestimabile raccontato con precisione meticolosa dal punto di vista teologico: chi ci ha preceduto non voleva esprimere emozioni ma rappresentare il mistero di Dio”.

 

La progettazione e realizzazione del restauro della chiesa, reso necessario per l’inagibilità dell’edificio sacro dopo il terremoto dell’agosto 2016, ha rispettato dunque sia l’opera artistica che il senso della fede a cui la stessa chiesa rimanda.

CEI 2024: S3 citazione 2 © Ansa

Il lavoro di restauro ha visto all’opera 32 maestranze che, con il loro lavoro, hanno restituito l’antico splendore gli stucchi, l’intonaco e la superficie affrescata. Iniziato nel 2019 il restauro si è concluso a dicembre del 2020.

“È davvero una grande soddisfazione – sottolinea il vescovo della diocesi di Gubbio e di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini - arrivare alla fine di un grande lavoro di restauro e recupero di una chiesa così bella. Ringrazio la Conferenza Episcopale Italiana che ha posto la sua attenzione sulla chiesa della Madonna del Prato. Grazie ai contributi provenienti dall'8xmille è stato possibile restituire alla comunità un patrimonio dal valore inestimabile continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future”.

 

Visitata ogni anno da oltre 12mila persone, considerata uno degli edifici più significativi di Gubbio, la Madonna del Prato è il fulcro della vita liturgica e pastorale della comunità parrocchiale. “Chiese e basiliche, come la Madonna del Prato a Gubbio, sono veri tesori da vivere, simboli della comunione tra Dio e l'uomo, superando la mera percezione museale”, sottolinea il parroco.

 

Ai 533mila euro provenienti dalle firme dei contribuenti si sono aggiunti 250mila euro di fondi per il terremoto, messi a disposizione dalla Regione Umbria, indispensabili per completare i lavori.

 

Guarda il video:
Progetto 8xmille – Il restauro della Chiesa della Madonna del Prato a Gubbio - Gubbio (PG)

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