(ANSAmed) - AGRIGENTO, 17 AGO - I 6 pescatori-pirati,
originari della Tunisia, restano in carcere. Lo ha deciso,
convalidando il fermo d'iniziativa fatto dalla Squadra mobile,
dalla Guardia di finanza e Capitaneria di porto, il gip del
tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto. Come richiesto dal
procuratore capo facente funzioni, Salvatore Vella, i sei -
d'età compresa fra i 30 ai 52 anni - restano in cella per atti
di pirateria, al "Pasquale Di Lorenzo" di Agrigento. Si tratta
dell'equipaggio del peschereccio Zohra del compartimento di
Monastir che ha - stando all'accusa - rubato il motore da un
barchino di ferro, con 49 migranti a bordo, nonché il denaro di
cui erano in possesso i migranti. Il peschereccio tunisino è
stato sequestrato e oggi il gip ha convalidato anche il
sequestro.
I migranti sono stati costretti, poiché minacciati d'essere
lasciati alla deriva, anche a consegnare il denaro che ognuno di
loro aveva con sé. Già nelle passate settimane, e fu il primo
caso in assoluto in cui veniva contestata la pirateria marittima
che è prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto
del mare, la squadra mobile di Agrigento, la sezione operativa
navale della guardia di finanza e i militari della Capitaneria
di Lampedusa, avevano fermato il comandante del motopesca Assyl
Salah di Monastir e i tre componenti dell'equipaggio che avevano
chiesto la consegna di cellulari e denaro in cambio di un traino
per farli avvicinare a Lampedusa. (ANSAmed).
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