Umbria

A Uj Massive Attack sotto la pioggia

A Perugia la band britannica tra note e messaggi

Redazione Ansa

(di Danilo Nardoni) (ANSA) - PERUGIA, 17 LUG - "Siamo tutti in questo insieme": è il messaggio finale che chiude una parabola sonora, visuale, e anche di impegno sociale e politico, bagnata ma fortunata. Tutto appare sul grande schermo mentre scorrono immagini di uomini e donne da ogni angolo del mondo. "L'attacco massiccio" di pioggia che ha colpito ieri sera Perugia, anche se per solo dieci minuti, non ha fermato a Umbria jazz i Massive Attack, naturalmente al coperto, e soprattutto il loro pubblico 'fradicio', ma tutto sommato felice.
    In oltre settemila paganti hanno seguito, per poco meno di un'ora e mezza di concerto all'Arena Santa Giuliana, la formazione britannica che dagli inizi nei club underground di Bristol è arrivata ora anche a Umbria Jazz. La storia musicale e il percorso sonoro di quasi 30 anni di attività dei Massive Attack li ha portati fino a Perugia.
    Sul palco di uno dei più prestigiosi festival jazz al mondo il collettivo artistico britannico ha portato il suo marchio di fabbrica, quel 'Bristol-sound' con cui hanno trasformando l'hip-hop di stampo newyorkese in un frullato fatto di soul, reggae, dub ed electro. Atmosfere fosche, dilatate, scure, coinvolgenti e ipnotiche come ci si aspettava.
    Un altro "attacco massiccio", ma questa volta di trip-hop, genere che hanno contribuito e non poco a fondare, ha quindi colpito pure Perugia e dopo l'altra data italiana a Mantova di domenica sera.
    Uno spettacolo che si fa seguire con interesse, oltre che per la musica e per il solito spettacolo visivo, da sempre fondamentale nelle esibizioni del gruppo di Bristol e in questo caso con un muro di led per i visual e le scritte alle loro spalle, anche per l'impegno sociale e politico che pure contraddistingue da anni il gruppo. "Quale è lo scopo della vita? Servire il bene superiore": è il saluto all'Arena come prima scritta in italiano alle loro spalle.
    Infine, anche messaggi su temi d'attualità, bandiere di Paesi, nomi di siti culturali ormai distrutti dalla guerra, il logo di molte compagnie petrolifere, titoli di news che assomigliano molto alla propaganda ed altri che sono quelli pescati dal clickbaiting quotidiano dei siti.
    La scaletta è di quindici pezzi totali. L'inizio è con "Hymn of the big wheel", canzone di chiusura di "Blue Lines", l'album d'esordio della band. Arriva subito dopo "Risingson" da "Mezzanine", disco di maggior successo dei Massive Attack.
    Non sono mancati i grandi classici come "Angel" con Horace Andy, "Inertia creeps" e "Safe from harm", ma i più famosi come "Teardrop" e "Karmacoma" erano senz'altro attesi da chi li conosce solo per i successi planetari. Da segnalare l'accoppiata "Voodoo in My Blood" e "Way Up Here" con i bravissimi Young Fathers che prima dei Massive hanno anche aperto la serata all'Arena.
    La scenografia è semplice, potente e d'impatto. Il concerto corto, intenso e professionale. E sul finale si può allora sperare in "un domani migliore", come hanno ricordato dal mega schermo i Massive Attack. (ANSA).
   

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