Toscana

Il dopo-Shoah di Goldkorn

Il giornalista racconta la memoria della generazione del 'dopo'

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 30 MAG - Le vittime della Shoah non sono solo i morti nelle camere a gas: c'è una generazione, la prima del dopo-Apocalisse che vive tra la memoria e quel dopo in cui ci si chiede cosa sia il passato, cosa resta delle vite e delle morti di chi ci ha preceduto. Wlodek Goldkorn, prima corrispondente dall'estero e poi a lungo capo della cultura dell'Espresso, fiorentino di adozione, è anche un ebreo, polacco e comunista, cresciuto nel dopoguerra in una patria che l'ha poi rinnegato. Da queste radici nasce "Il bambino nella neve" (Feltrinelli, 208 pagine, 16 euro). Goldkorn ha intervistato artisti, scrittori, premi Nobel e raccontato molte storie, ma mai finora la sua personale. Quella di un bambino nato da genitori scampati agli orrori della guerra, che abitava in una casa abbandonata dai tedeschi in fuga, ancora piena di piatti e mobili provvisti di svastica, che crebbe nel vuoto di una memoria familiare impossibile da raccontare e impossibile da dimenticare.
   

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