Politica

Governo: Avvenire, Salvini e Di Maio non lo volevano più

Da loro 'attentato all'intelligenza degli italiani'

combo Salvini Di Maio

Redazione Ansa

"C'è solo una spiegazione per la mancata nascita del governo gialloverde del professor avvocato Giuseppe Conte: i due leader politici che ne avevano costruito a tavolino programma e compagine ministeriale, cioè Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non l'hanno voluto più. O almeno non l'hanno più voluto così come l'avevano ufficialmente presentato e congegnato. Non c'è altra spiegazione". Lo scrive il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, in un editoriale in prima pagina.

"La realtà, se le parole hanno un senso e le azioni politiche pure, è che il meno forte ma più navigato dei due leader, Matteo Salvini (17%), è riuscito a imporre al capo della formazione più cospicua ed egemone nell'attuale Parlamento, Luigi Di Maio (32%), non solo un arrembante e arrabbiato ritorno alle urne, ma anche il tema della prossima campagna elettorale", sottolinea il direttore del giornale dei vescovi. "Per gli uni e per gli altri, non sarà più centrata sugli slogan suggestivi e irrealizzabili di inizio 2018 - 'reddito di cittadinanza' per il M5s, 'flat tax al 15%' per la Lega - ma su una drammatica scelta 'Europa sì-Europa no', 'euro sì-euro no'".

Tarquinio parla anche di un "assurdo, pericoloso e a tratti indegno 'assedio al Quirinale'" e sottolinea che "si è cercato un pretesto per far saltare in aria la XVIII legislatura e, a tutti i costi, lo si è voluto trovare. Arrivando addirittura a chiamare questo pretesto 'attentato alla Costituzione'.

Purtroppo, invece, si tratta di un attentato all' intelligenza degli italiani e, forse, anche ai loro portafogli. Perché in ballo dietro slogan e facilonerie sull'Unione Europea (che siamo anche noi) e sulla moneta comune (che è anche nostra) e sul debito pubblico (che è affar nostro, ma che la scelta europea ha reso più sostenibile anche se non meno pesante) ci sono davvero i risparmi delle famiglie, l'esistenza e lo sviluppo di imprese grandi e piccole, il lavoro e i servizi essenziali per noi e i nostri figli". Per il giornale della Chiesa italiana con "il tecnico euroscettico Paolo Savona" c'era "un 'piano B' per l'uscita da Europa ed euro che le vicende di queste ore dimostrano essere un poco dissimulato 'piano A'".

"L'Italia e gli italiani meritano più trasparenza, più linearità, più verità. Il presidente Mattarella, con l' incarico di servizio al professor Carlo Cottarelli, ha aperto una via 'neutrale' all'uscita dalla più paradossale delle crisi", conclude Marco Tarquinio.
   

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