Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Governo: Avvenire, Salvini e Di Maio non lo volevano più

Governo: Avvenire, Salvini e Di Maio non lo volevano più

Da loro 'attentato all'intelligenza degli italiani'

ROMA, 29 maggio 2018, 10:24

Redazione ANSA

ANSACheck

combo Salvini Di Maio - RIPRODUZIONE RISERVATA

combo Salvini Di Maio - RIPRODUZIONE RISERVATA
combo Salvini Di Maio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"C'è solo una spiegazione per la mancata nascita del governo gialloverde del professor avvocato Giuseppe Conte: i due leader politici che ne avevano costruito a tavolino programma e compagine ministeriale, cioè Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non l'hanno voluto più. O almeno non l'hanno più voluto così come l'avevano ufficialmente presentato e congegnato. Non c'è altra spiegazione". Lo scrive il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, in un editoriale in prima pagina.

"La realtà, se le parole hanno un senso e le azioni politiche pure, è che il meno forte ma più navigato dei due leader, Matteo Salvini (17%), è riuscito a imporre al capo della formazione più cospicua ed egemone nell'attuale Parlamento, Luigi Di Maio (32%), non solo un arrembante e arrabbiato ritorno alle urne, ma anche il tema della prossima campagna elettorale", sottolinea il direttore del giornale dei vescovi. "Per gli uni e per gli altri, non sarà più centrata sugli slogan suggestivi e irrealizzabili di inizio 2018 - 'reddito di cittadinanza' per il M5s, 'flat tax al 15%' per la Lega - ma su una drammatica scelta 'Europa sì-Europa no', 'euro sì-euro no'".

Tarquinio parla anche di un "assurdo, pericoloso e a tratti indegno 'assedio al Quirinale'" e sottolinea che "si è cercato un pretesto per far saltare in aria la XVIII legislatura e, a tutti i costi, lo si è voluto trovare. Arrivando addirittura a chiamare questo pretesto 'attentato alla Costituzione'.

Purtroppo, invece, si tratta di un attentato all' intelligenza degli italiani e, forse, anche ai loro portafogli. Perché in ballo dietro slogan e facilonerie sull'Unione Europea (che siamo anche noi) e sulla moneta comune (che è anche nostra) e sul debito pubblico (che è affar nostro, ma che la scelta europea ha reso più sostenibile anche se non meno pesante) ci sono davvero i risparmi delle famiglie, l'esistenza e lo sviluppo di imprese grandi e piccole, il lavoro e i servizi essenziali per noi e i nostri figli". Per il giornale della Chiesa italiana con "il tecnico euroscettico Paolo Savona" c'era "un 'piano B' per l'uscita da Europa ed euro che le vicende di queste ore dimostrano essere un poco dissimulato 'piano A'".

"L'Italia e gli italiani meritano più trasparenza, più linearità, più verità. Il presidente Mattarella, con l' incarico di servizio al professor Carlo Cottarelli, ha aperto una via 'neutrale' all'uscita dalla più paradossale delle crisi", conclude Marco Tarquinio.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza