Economia

Pmi Confindustria, 'alcune direttive Ue un incubo per pmi'

Baroni: "Rischiano di spingere eccellenze fuori dal mercato'

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 10 MAG - "Alcuni provvedimenti assunti a livello europeo rischiano addirittura di spingere fuori dal mercato, ex lege, interi pezzi di filiera con punte di assoluta eccellenza", avverte la Piccola Industria di Confindustria dal suo forum annuale. Il presidente, Giovanni Baroni, accende così l'attenzione sui rischi dell'impatto di direttive europee su filiere, per l'Italia, come "nella componentistica per il settore automotive, nel riciclo dei materiali e nell'attuazione dell'economia circolare, nell'industria delle materie prime seconde".
    Per esempio - spiega - "la direttiva sul reporting di sostenibilità è la cartina di tornasole di come un giusto obiettivo - quello di migliorare la comunicazione e la trasparenza rispetto all'adozione di politiche in ambito Esg da parte delle imprese - possa tradursi in un vero e proprio incubo per le Pmi, soffocandone il potenziale di crescita sostenibile".
    C'è poi "il Fit-for-55, che presenta costi stimati per 4.500 miliardi al 2030 in Europa di cui circa 1.100 mld in Italia. Le voci del Pnrr dedicate ne coprono il 4,7%. È evidente che su questo fronte abbiamo un problema tra ambizioni e strumenti concretamente disponibili".
    "Come imprenditori siamo ben consapevoli della gravità del climate change e dei suoi effetti e siamo altrettanto decisi nel perseguire obiettivi di riduzione degli impatti e delle emissioni. Ma - avverte ancora il presidente della Piccola Industria - non dobbiamo dimenticare che gli obiettivi non devono pregiudicare la competitività delle imprese. Questo auspichiamo che sia molto più chiaro al prossimo Parlamento Europeo, rispetto a quello uscente. Anche perché siamo di fronte a grandi asimmetrie, non tanto tra i Paesi europei, ma tra Ue e le grandi aree geografiche, come gli Stati Uniti o la Cina o l'India". (ANSA).
   

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