Economia

>>>ANSA/A Vinitaly business del vino portabandiera made in Italy

97mila presenze, alla ribalta enoturismo,bere giovani,dealcolati

Redazione Ansa

(di Alessandra Moneti) (ANSA) - ROMA, 17 APR - A Vinitaly il vino di oltre 40mila espositori ha conquistato i galloni di portabandiera del Made in Italy riuscendo ad intrecciare diplomazia, arte, formazione scolastica, scelte agronomiche e sfida climatica, oltre al business del vino e dell'enoturismo, con 13,4 milioni di appassionati secondo dati Ismea, e tour brassicoli, nuova tendenza di viaggio per incontrare i produttori di birra artigianale. Un coro a più voci dunque che ha registrato 97mila presenze a Verona, la città dell'Arena. In leggero incremento tra i padiglioni espositivi gli operatori esteri da 140 nazioni a quota 30.070 (31% sul totale), di cui 1200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 Paesi selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia. "Vinitaly conclude la sua 56/a edizione con risultati straordinari, confermando il prestigio e l'importanza del settore vitivinicolo italiano a livello internazionale. Siamo di fronte a un chiaro segnale del continuo interesse per i nostri vini nel mondo, simbolo di qualità, storia, natura, cultura e tradizioni di cui l'Italia è orgogliosa" sottolinea il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida nel raccontare dell'ottimismo percepito tra gli imprenditori. A fine kermesse scaligera di bilancio positivo, nonostante le preoccupazioni per le conseguenze e i costi crescenti dovuti alle guerre in corso in Medio Oriente e in Ucraina, parlano tutte le organizzazioni agricole e quelle di rappresentanza del comparto vinicolo. Per il presidente di Coldiretti Ettore Prandini "è stato un Vinitaly con dei numeri confortanti per le esportazioni di vino che valgono oggi 7,8 miliardi di euro, prima voce dell'agroalimentare Made in Italy all'estero". I giovani sono tornati in massa tra i padiglioni di Veronafiere aperti a un pubblico professionale a testimoniare il ricambio generazione in corso nelle cantine e le nuovi mestieri del marketing, del digitale, dell'agricoltura di precisione oggi indispensabili nelle aziende vitivinicole al passo coi tempi. Cresce anche l'interesse per il business del vino biologico, con la Cia-Confederazione agricoltori italiani che ha promosso una enoteca bio nel proprio stand selezionando per la mescita etichette green, le più apprezzate dalle giovani generazioni.
    Del resto, il consumo del vino si va ringiovanendo, secondo uno studio Enpaia-Censis presentato a Vinitaly 2024, nel 2002 consumava vino il 48,7% dei giovani, il 65,1% tra gli adulti e il 59,9% tra gli anziani. Dopo 20 anni, i giovani consumatori sono il 53,7%, cinque punti percentuali in più, e rivendicano un ruolo relazionale del consumo enoico, più fuori casa che tra le mura domestiche. In questa edizione di Vinitaly si è sentita anche la voce di chi il vino non lo beveva e ora si avvicina a questo consumo scegliendo etichette a bassa o zero gradazione alcolica. I produttori italiani di dealcolati lamentano un vuoto normativo che rallenta lo sviluppo della filiera italiana del Nolo, il bere no e low alcohol, ma il ministro Lollobrigida ha aperto, con grande soddisfazione di Federvini e Unione Italiana Vini, una via di dialogo sul tema: "ci confronteremo con la scienza e col mondo produttivo e troveremo la migliore soluzione, ma non chiamano vino i dealcolati. Il made in Italy non può perdere quello che già ha conquistato e sul vino tradizionale siamo una eccellenza" ha ricordato il ministro.
    (ANSA).
   

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