Economia

Svimez, bene imprese Sud ma sono poche

Soluzione investire, ma bisogna conoscere fondi e come arrivarci

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 NOV - I fondi del Piano Juncker per l'Italia, secondo Paese beneficiario in Europa, sono 8,5 miliardi di euro di garanzie e hanno dato luogo all'attivazione di 50 miliardi di euro come prestiti al sistema delle imprese e in Italia. Un misura che ha funzionato bene, un po' meno nelle regioni del Sud, che ne ha tratto beneficio lo stesso, a causa delle difficoltà di accesso al credito. È' uno dei dati emerso nella tappa di Catania del "Tandem Tour", organizzato dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia con la Cdp. Il ricercatore dello Svimez, Stefano Prezioso, ha osservato come la caduta degli investimenti in Sicilia sia stata molto forte", ma che "servirebbe una maggiore conoscenza di questi fondi e una maggiore capacità di arrivarci". "Le imprese del Mezzogiormo - ha rivelato - stanno bene, hanno ormai parametri di redditività ed efficienza simili a quelli del Nord. Il problema è che il loro numero è drasticamente calato: la crisi ha fatto una fortissima selezione. Prima erano 100. Ora ne sono rimaste 3O, lavorano come quelle del Nord e hanno gli stessi indicatori. Ma sono poche. Per quintuplicare questo numero una soluzione potrebbero essere le Zone economiche speciali".
    Prezioso ha spiegato che "gli investimenti pubblici, specialmente quelli per opere pubbliche, hanno un moltiplicatore superiore all'unità, il che vuol dire che un euro messo in opere pubbliche produce generalmente 1,40 centesimi di euro". "Il Sud - ha continuato - non è quel vuoto a perdere che tutti pensano, ma se uno investe c'è una risposta buona da parte di quest'area, che ha bisogno fortemente di investimenti pubblici perché sono il più grande attivatori di occupazione che c'è specie quali in opere pubbliche e la loro ripresa, oltre a far aumentare il più, determinerebbe un incremento occupazionale molto forte: un piano di investimenti di un miliardo l'anno - ha ipotizzato - creerebbe 50 mila posizioni lavorative aggiuntive l'anno".
    (ANSA).
   

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