Economia

Arriva in Parlamento la delega per la riforma fiscale

Due anni per il taglio delle tasse. Dal 2026 Catasto con valori mercato

L'Aula della Camera

Redazione Ansa

Arriva in Parlamento lo schema del disegno di legge recante la delega al governo per la riforma fiscale. Il provvedimento - di 10 articoli - dovrebbe essere incardinato alla Camera per poi passare all'esame del Senato. Si avvia così il percorso che dovrebbe portare l'Italia ad avere fra circa due anni (tenuto conto di tempi tecnici ed eventuali proroghe di termini) di avere una nuova riforma delle imposte dirette e indirette unita alla revisione degli strumenti di mappatura degli immobili, la revisione del catasto dei fabbricati, insieme alla revisione del sistema delle riscossioni e un testo unico delle norme tributarie.
    Dall'entrata in vigore della legge delega il Governo ha infatti 18 mesi per emanare "uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale". Su questi decreti le Commissioni competenti hanno 30 giorni, prorogabili di altri 20, per esprimere il loro parere. Trascorsi questi termini il "il decreto può essere comunque adottato".
    Il testo è concepito per dare ampio margine di manovra al Governo nei successivi decreti legislativi e indirizza la riforma verso un sistema "duale" di tassazione sui redditi; quelli da lavoro e quelli da capitale, includendo fra questi ultimi i redditi derivanti dal mercato immobiliare.
    Sul fronte della riduzione del peso fiscale sul reddito da lavoro dipendente (Irpef) la delega chiede una "riduzione graduale delle aliquote medie effettive" e delle "variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive". Il fine ultimo non è tanto quello di contribuire a rendere più robusti stipendi e consumi, ma piuttosto incentivare "l'offerta del lavoro" (favorendo giovani e "secondo precettore di reddito"), "l'attività imprenditoriale" e "l'emersione degli imponibili".
    Inoltre è previsto il riordino delle deduzioni e delle detrazioni. Cambiano anche le addizionali regionali e comunali che saranno sostituite da delle "sovraimposte" che resteranno "manovrabili" da Regioni e Comuni.
    

   

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