Cultura

Passionale Chenier di Abbado-Bellocchio

Con Kunde, Siri e Frontali repliche sino al 2 maggio

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 APR - L'eterno connubio di amore e morte negli anni della Rivoluzione francese, momento di sentimenti estremi, privati e pubblici, di gesti di sfida, di coraggio e soprassalti di dignità, segna tutta la romanzesca vicenda dello "Andrea Chenier" di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica che il Teatro dell'Opera di Roma ripropone, dopo 42 anni dall'ultima edizione, in un nuovo, applaudito allestimento diretto con lucidità e passione da Roberto Abbado con la regia nitida e intensa di Marco Bellocchio e scene e luci di Gianni Carluccio, con 5 repliche sino al 2 maggio.
    La regia di Bellocchio, alla sua prima opera importante, dopo I pagliacci al Petruzzelli nel 2014, è pulita, contrario come si è dichiarato alle regie che prevaricano senso e musica, e c'è senza dubbio, ma riesce a fondersi col resto in una reciproca esaltazione di azione e musica, lavorando sulla fluidità e eleganza dei movimenti, specie quelli di massa.
   

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