(ANSA) - NEW YORK, 05 NOV - C'è un nesso tra l'uscita di 'The
Irishman" su Netflix e la polemica di Martin Scorsese contro i
film Marvel. Mentre la sua ultima fatica sulla scomparsa di
Jimmy Hoffa è nelle sale, il regista torna alla carica sul New
York Times e definisce lo straordinario successo dei supereroi
una minaccia per i valori del cinema d'autore.
La polemica era scoppiata all'inizio di ottobre quando
Scorsese, in un'intervista a Empire, aveva definito i film
Marvel "l'equivalente di un parco-giochi". Era seguito un acceso
dibattito che aveva visto schierati con il 77enne Scorsese gli
anziani colleghi Francis Ford Coppola e Ken Loach. Ieri contro
Scorsese era sceso in campo il boss di Disney, Bob Iger: "Grande
regista, ma non credo che ne abbia mai visto uno".
Scorsese mette sul banco degli imputati il modello di business
imposto dalla franchise: "Variazioni illimitate su un numero
definito di temi fatti per soddisfare una serie specifica di
domande, i film Marvel sono sequel di nome, ma remake di fatto,
basati su ricerche di mercato e test dell'audience, modificati,
riverificati e rimodificati fino a che non sono pronti per il
consumo".
Il regista spiega quindi che la scala e il costo di un film
Marvel richiede di farlo uscire nel massimo numero di sale
possibili, ma c'è solo un numero limitato di sale in Nordamerica
e il risultato è un collo di bottiglia che marginalizza i film
che Scorsese ama vedere e fare relegandoli alla distribuzione in
streaming o home video. "Avrei voluto vedere 'The Irishman'
proiettato in più sale", ha ammesso il regista. (ANSA).
Scorsese replica su Marvel, "soffocano l'arte"
Il regista sul Nyt, "avrei voluto The Irishman in più sale"