Cronaca

Incidente probatorio a Genova, le famiglie delle vittime vogliono la verità

'La gente paga un pedaggio perchè le strade siano sicure" ha detto un uomo che ha perso i due genitori nel crollo

Redazione Ansa

Si è svolto a Genova l'incidente probatorio. Le famiglie delle vittime del crollo vogliono la verità, dicono i loro legali, e ripongono fiducia nel lavoro dei magistrati. Una lunga coda davanti al palazzo di giustizia, tra familiari delle vittime, avvocati e alcuni degli indagati.

"Mi auguro di vedere al più presto il decreto Genova e che dentro ci sia tutto quello che abbiamo chiesto al Governo. Abbiamo avuti riscontri positivi, se non ci sarà tutto quello che abbiamo chiesto ritorneremo alla carica", ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci.

"Entro domani ci sarà la pubblicazione del decreto e immediatamente dopo ci sarà la nomina del Commissario", ha assicurato il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Matteo Guidesi. Il provvedimento, ha ribadito, "è già condiviso e non tornerà al consiglio dei ministri". Al momento sono in corso verifiche del ministero dell'Economia, sulla zona franca, sugli interventi per il porto e su quelli a favore delle aziende, ha spiegato.

Fuori dal tribunale c'è anche Adele Chiello, mamma di Giuseppe Tusa, l'ufficiale della capitaneria morto nel crollo della torre piloti, che ha voluto portare solidarietà ai parenti delle 43 vittime dello scorso 14 agosto. In aula bunker anche il provveditore Roberto Ferrazza: "Sono sereno e tranquillo", ha commentato.

"Vogliamo la verità", dice Antonio Cirillo, legale dei Battiloro, che nel crollo hanno perso il 30enne Giovanni, videomaker di Torre del Greco. "Sarà difficile, é una lotta contro i poteri forti - dice -. Ci sono state troppe omissioni, anche in fase di realizzazione del ponte, ma abbiamo fiducia; la Procura sta facendo un ottimo lavoro". "Vanno individuati i colpevoli", aggiunge Andrea Martini, legale della famiglia Robbiano, il piccolo Samuele e i genitori morti nel crollo.

"E' stato molto pesante vedere gli indagati e i loro avvocati oggi in aula. Ci credo nella giustizia e spero che questo fatto faccia sì che non capiti più in futuro, perché nel 2018 è assurdo che succeda tutto questo". E' quanto ha detto Pablo Pastenes Rivera, figlio di Juan Carlos Pastenes e Nora Rivera, i coniugi di origine cilena morti nel crollo del ponte Morandi, al termine dell'incidente probatorio in tribunale a Genova. "La gente - ha continuato l'uomo - paga un pedaggio perché le strade siano sicure non per morire così. E' davvero assurdo quanto successo". All'udienza di oggi, il gip Angela Nutini ha respinto la richiesta di costituzione come parte offesa della Cgil, della mamma di uno dei sopravvissuti e di uno sfollato. Secondo il giudice non sarebbe questo il momento per costituirsi, ma in una seconda fase.

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