Sardegna

Stop fondi periferie,Sardegna in rivolta

A rischio circa 130mln stanziati da Renzi e Gentiloni

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 9 AGO - Dalla Giunta al Consiglio regionale, passando per i Comuni: si alza forte in Sardegna la protesta contro l'approvazione in Senato dell'emendamento al decreto Milleproproghe con il quale vengono per ora congelate le risorse del bando periferie. A rischio ci sono circa 130 milioni di euro per la riqualificazioni delle zone degradate dell'Isola, stanziati da Renzi e Gentiloni. Tutti i comuni, dal nord al sud della Sardegna, hanno già presentato i progetti e ora i sindaci non ci stanno a perdere i fondi promessi dai precedenti governi.
    Il presidente dell'Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, parla di "azione scellerata che danneggia i cittadini che proprio sulla riqualificazione dei quartieri più a rischio attendevano da anni i nuovi progetti di riqualificazione: bloccare i fondi - denuncia - è inaccettabile e da veri irresponsabili". Ganau, già sindaco di Sassari, pensa proprio alla sua città, a quartieri come "Latte Dolce, Santa Maria di Pisa e Sassari 2 per i quali - ricorda il presidente del Consiglio regionale - i progetti sono già stati definiti seguendo le indicazioni degli stessi abitanti che sul futuro dei loro rioni hanno sostenuto un percorso di partecipazione iniziato più di dieci anni fa quando ero primo cittadino". Adesso, assicura, "la Regione sarà a fianco dei sindaci in rivolta per sostenere e portare avanti le azioni utili ad evitare che a settembre la Camera possa convertire in legge un provvedimento sciagurato".
    Per la Giunta parla l'assessore all'Urbanistica, Cristiano Erriu, che definisce il congelamento "una lesione grave del principio di collaborazione tra i livelli istituzionali". "I Comuni individuati come destinatari dei progetti - spiega - hanno già attivato gare, in alcuni casi ridisegnando interamente le periferie. Se davvero il finanziamento sarà bloccato sarà un comportamento grave e lesivo dei diritti dei singoli territori.
    "La mia personale sensazione - sottolinea Erriu - è che la volontà sia quella di definanziare perché è difficile immaginare che tolte queste risorse, se ne trovino altre nel 2020".(ANSA).
   

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