Piemonte

Frana Val Susa, sfollati fuori casa

Tregua piogge, ma resta l'allerta. Sopralluogo Regione

Redazione Ansa

La montagna è venuta giù nella stessa zona devastata dagli incendi dello scorso ottobre. Una colata di fango e detriti, la quarta in poche settimane, che ha invaso le strade di Bussoleno, fino ad arrivare alle case di borgata San Lorenzo. Il giorno dopo la frana che ha costretto a sfollare 130 persone, in Valle di Susa si scava per ripulire un paese devastato dalla furia del maltempo che negli ultimi giorni ha colpito il Centro-Nord. La Regione Piemonte ha chiesto lo stato di emergenza, ma è polemica sulle politiche per la sicurezza del territorio. Il nubifragio che ieri pomeriggio si è abbattuto sul torinese ha scaricato fino a 23 millimetri di pioggia in 15 minuti. Una bomba d'acqua che a Bussoleno, lungo i pendii martoriati dagli incendi dello scorso autunno, ha causato l'inferno. "C'era qualcosa nell'aria, avevamo tutti paura che prima o poi capitasse qualcosa. Mai però ci saremmo aspettati una cosa del genere", racconta una coppia di anziani costretta a scappare da casa. "Facevamo fatica a camminare - dicono - si affondava nel fango. Avevamo paura di non riuscire a fuggire". La macchina dei soccorsi si è messa subito in moto. "La Regione Piemonte ha assicurato il pieno appoggio, anche economico, e il presidente Chiamparino ha anche sentito il capo di Dipartimento nazionale della Protezione civile che ha garantito il pieno supporto", spiega l'assessore regionale all'Ambiente, Alberto Valmaggia. "I nostri volontari sono impegnati negli interventi di viabilità e di verifica statica delle abitazioni - prosegue -. Si sta procedendo alla pulizia dal fango e alla conta dei danni. I tecnici stanno poi verificando la stabilità del terreno". Per tutto il giorno hanno lavorato con una ventina di mezzi 70 volontari della protezione civile, 50 Aib (anti incendi boschivi) e 20 del coordinamento regionale. Nella zona si sono radunati anche decine di attivisti No Tav, che si sono improvvisati 'angeli del fango'. "E' criminale chi vuole ancora il Tav - dicono - e non vuole abbandonare un progetto inutile a favore di tante piccole opere utili di cura e messa in sicurezza di un territorio che ne ha veramente bisogno". Nel dibattito sulle politiche per il territorio è intervenuto anche il neo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, secondo cui "la messa in sicurezza, a partire dalle aree a maggior rischio, è sicuramente la più grande opera pubblica che il Paese attende. E su questo lavoreremo". Il maltempo degli ultimi giorni, tra bombe d'acqua e grandinate, ha causato danni anche in Emilia-Romagna, in Toscana, nelle Marche e in Abruzzo. Per il weekend le previsioni meteo annunciano una tregua, ma la pausa temporalesca durerà al massimo 48 ore.(ANSA).

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