Piemonte

Mons.Nosiglia, clochard morto è ferita

Appello arcivescovo, accoglienza questione civiltà della città

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 23 GEN - "E' come fosse morto un mio fratello", con cui "ho condiviso in questi anni la speranza di essere accolto e la rabbia e la frustrazione per una città che non riesce - malgrado i tanti sforzi lodevoli - a garantire il primo diritto: la vita". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, dopo la morte per assideramento di un clochard trentenne di origini extracomunitarie. "La sua morte ferisce me, i credenti della Chiesa di Cristo e tutti i cittadini di Torino", aggiunge monsignor Nosiglia, secondo cui "è la rassegnazione il nostro vero nemico".
    L'arcivescovo chiede "una vera mobilitazione delle coscienze, un sussulto di umanità e di dignità affinché ci si impegni, a ogni livello, perché non debbano più accadere simili tragedie fra noi". "Non basta più circoscrivere il problema dei senzatetto agli addetti ai lavori - insiste - ai tanti che già se ne occupano. Il tema dell'accoglienza deve diventare ciò che è realmente: una questione di civiltà, che riguarda la città intera".
   

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