Molise

2 giugno: Frattura,Regioni prima porta di accesso allo Stato

Governatore Molise si schiera contro ipotesi di soppressione

Redazione Ansa

(ANSA) - CAMPOBASSO, 2 GIU - ''La soluzione ai problemi non viene dai conti dei ragionieri, per i quali, come ancora ieri indicavano dettagliati studi riportati da autorevoli testate nazionali, i piccoli non hanno più senso di esistere. Non è mai stato, questo, il principio che ha regolato e fortificato la straordinaria storia del nostro Paese''. Così il governatore Paolo di Laura Frattura, nel suo discorso pronunciato durante la cerimonia per la Festa della Repubblica a Campobasso, torna a prendere posizione contro le ipotesi di soppressione di alcune regioni.
    ''La nostra Italia, l'Italia che amiamo, di cui siamo orgogliosi - aggiunge -, è l'Italia che si fonda sulla collaborazione, sulla solidarietà, sull'attenzione alle differenze. È l'Italia delle aperture, non delle chiusure.
    Sappiamo tutti che il vero tono del nostro Paese, al di là di una certa narrazione ossessivamente ripiegata sui temi della paura, vibra su queste corde''. Per Frattura dunque l'Italia ''è quella delle Regioni, indicate dalla Costituzione, che non si superano, negli aspetti negativi, cancellandole, ma favorendole nei processi di innovazione, semplificazione e condivisione di servizi e infrastrutture. Sono le Regioni la prima porta di accesso allo Stato. Negarlo significherebbe solo allungare le distanze''. Il presidente nel suo discorso parla anche delle elezioni di domenica scorsa: ''La flessione del numero dei votanti alle urne non è un problema delle singole forze partitiche in campo, è un abbandono, momentaneo come tutti ci auguriamo, al primario principio che la forma repubblicana consacra, la partecipazione.
    Senza partecipazione la Repubblica soffre e forse soffre ancora di più la nostra che è nata con un referendum che si apriva al contributo di tutti. Che a tutti chiedeva di esprimere liberamente la propria opinione. L'89 per cento degli aventi diritto al voto il 2 e 3 giugno del 1946 - conclude - si recò ai seggi per scegliere la forma di Stato dell'Italia. Quell'89 per cento è un valore, un valore che dobbiamo rispettare, recuperandolo''. (ANSA)

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