''La soluzione ai problemi non
viene dai conti dei ragionieri, per i quali, come ancora ieri
indicavano dettagliati studi riportati da autorevoli testate
nazionali, i piccoli non hanno più senso di esistere. Non è mai
stato, questo, il principio che ha regolato e fortificato la
straordinaria storia del nostro Paese''. Così il governatore
Paolo di Laura Frattura, nel suo discorso pronunciato durante la
cerimonia per la Festa della Repubblica a Campobasso, torna a
prendere posizione contro le ipotesi di soppressione di alcune
regioni.
''La nostra Italia, l'Italia che amiamo, di cui siamo
orgogliosi - aggiunge -, è l'Italia che si fonda sulla
collaborazione, sulla solidarietà, sull'attenzione alle
differenze. È l'Italia delle aperture, non delle chiusure.
Sappiamo tutti che il vero tono del nostro Paese, al di là di
una certa narrazione ossessivamente ripiegata sui temi della
paura, vibra su queste corde''.
Per Frattura dunque l'Italia ''è quella delle Regioni,
indicate dalla Costituzione, che non si superano, negli aspetti
negativi, cancellandole, ma favorendole nei processi di
innovazione, semplificazione e condivisione di servizi e
infrastrutture. Sono le Regioni la prima porta di accesso allo
Stato. Negarlo significherebbe solo allungare le distanze''.
Il presidente nel suo discorso parla anche delle elezioni di
domenica scorsa: ''La flessione del numero dei votanti alle urne
non è un problema delle singole forze partitiche in campo, è un
abbandono, momentaneo come tutti ci auguriamo, al primario
principio che la forma repubblicana consacra, la partecipazione.
Senza partecipazione la Repubblica soffre e forse soffre ancora
di più la nostra che è nata con un referendum che si apriva al
contributo di tutti. Che a tutti chiedeva di esprimere
liberamente la propria opinione. L'89 per cento degli aventi
diritto al voto il 2 e 3 giugno del 1946 - conclude - si recò ai
seggi per scegliere la forma di Stato dell'Italia. Quell'89 per
cento è un valore, un valore che dobbiamo rispettare,
recuperandolo''. (ANSA)
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