Lombardia

Ad Astra, dalle stelle a Lugano Pericle torna a casa

L'eclettico artista italo-svizzero in mostra al Masi

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 14 APR - Ci sono voluti quasi sessant'anni a Luigi Pericle, eclettico artista italo svizzero che espose con Picasso e Dubuffet, per rientrare nel suo Ticino, ma in questo mese di aprile le sue opere torneranno finalmente a farsi ammirare in terra elvetica, al Masi di Lugano, il Museo d'arte della Svizzera Italiana. Dal 18 aprile al 5 settembre, infatti, sarà in mostra con 'Luigi Pericle. Ad Astra', la prima retrospettiva in patria (Pericle era svizzero di origini marchigiane) dopo il ritrovamento del suo archivio con oltre 3mila pezzi, che aveva portato a una prima mostra nel 2019 alla Biennale di Venezia. Al Masi si potranno ammirare i suoi dipinti, ma anche le chine, i manoscritti, gli oroscopi, i testi di filosofia orientale che Pericle, ricercatore culturale, esoterista, astrologo, scrittore, disegnatore (famose le strisce della sua 'marmotta Max'), pittore e calligrafo, conoscitore di svariate lingue antiche e moderne, lo resero tra i protagonisti della pittura del secondo Novecento. Mancava il ritorno nel suo Ticino, fulcro di tutta la sua complessa stagione artistica, incentrata intorno ad Ascona (dove ha sede oggi l'Archivio Luigi Pericle che fa capo a Greta e Andrea Biasca-Caroni, che ritrovarono le opere perdute) e a quel Monte Verità che a partire dal 1900 vide passare grandi artisti, filosofi, poeti e pensatori precorrendo alcune temperie culturali come la Beat Generation, il nudismo e il vegetarianesimo. "Il Canton Ticino ed Ascona in particolare, con il 'faro' culturale del Monte Verità, sono stati il luogo elettivo di Pericle dal punto di vista artistico - spiega Carole Haensler, curatrice della mostra - e finalmente i suoi quadri e i suoi scritti torneranno dove il genius loci li aveva ispirati, considerando che l'ultima mostra di Pericle in Svizzera risale al 1963". 'Ad Astra' si sviluppa "su cinque sezioni, che seguono l'evoluzione della poliedricità di Pericle dal periodo pittorico fino a quello narrativo, tenendo come filo conduttore la sua continua ricerca della forma artistica migliore per esprimere la spiritualità". (ANSA).
   

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