Lazio

Carceri: rifiuta cibo, morto dopo 2 mesi

Difensori, respinte tutte istanze di scarcerazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Ha rifiutato per lungo tempo il cibo tanto che le sue condizioni di salute si sono aggravate ma gli è stata comunque negata la scarcerazione. Poi la situazione è precipitata ed è entrato in coma e oggi è morto in ospedale a Napoli. A denunciare il fatto gli avvocati del detenuto Stefano Crescenzi, 36 anni, romano, condannato in primo grado a 23 anni per l'omicidio di Giuseppe Cordaro, avvenuto a Roma nel marzo del 2013. Gli avvocati Daniele Fiorino e Dario Vannetiello spiegano di "avere chiesto per mesi la scarcerazione di Crescenzi a causa delle sue condizioni di salute" ma senza ottenerla. Fino al tragico epilogo di oggi. Crescenzi inizia a rifiutare il cibo nel settembre del 2016 e il suo stato si aggrava al punto che il Dap ritiene che non potesse rimanere presso un ordinario istituto penitenziario e decide di trasferirlo dal carcere di Livorno al centro clinico della casa circondariale di Napoli-Secondigliano". Gli avvocati spiegano che sono state rigettate più istanze di scarcerazione.
   

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