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Parlamento Ue: Premio Sakharov a due attiviste yazide

Nadia Mourad e Lamiya Aji Bachar simbolo vittime sessuali Isis

Redazione Ansa

(ANSA) - STRASBURGO, 27 OTT - Le attiviste yazide, nonché simbolo della resistenza alle brutalità dell'Isis, Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar hanno vinto oggi il Premio Sakharov alla libertà di pensiero concesso annualmente dal 1988 dal Parlamento Ue. Le due irachene hanno avuto la meglio sul giornalista turco Can Dundar e sul leader tataro Moustafa Djemilev. Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar "con le violenze subite sulla loro pelle sono un incoraggiamento ed un simbolo per noi a non aver paura" dell'Isis e del terrorismo. Così il Presidente del Parlamento Ue Martin Schulz ha salutato oggi l'assegnazione del Premio Sakharov alle due attiviste yazide. "Non dobbiamo mai aver paura, la paura è la cattiva risposta agli attacchi" ha detto ancora Schuzl, osservando che "mai dobbiamo permettere una strategia di intimidazione".

"Sono state testimoni di atrocità senza precedenti" e quindi, ha detto il socialdemocratico tedesco, "si sono messe in un lungo cammino per ricevere la protezione dell'Europa e ora noi siamo obbligati a sostenerle per garantire che la loro testimonianza eviti l'impunità". Schulz ha sottolineato anche che la scelta è "molto simbolica" come "appoggio ai sopravvissuti dalla guerra, ai rifugiati". "Sono - ha detto inoltre - la voce forte di tutti quelli che sono ancora là e soffrono nel terrore di Daesh, contro cui dobbiamo mobilizzare tutti i nostri mezzi". "Con questo premio poniamo l'attenzione sulla spaventosa situazione di schiavitù delle donne yazide". Così Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), ha commentato l'assegnazione del Premio Sakharov a Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar. L'onorificenza, continua in una nota, "fa inoltre luce sulla situazione della minoranze religiose nella regione". Pittella, il cui gruppo S&D ha candidato le due yazide al Sakharov, ha voluto rendere anche omaggio agli altri due finalisti, il giornalista turco Can Dundar e il leader tataro Mustafa Dzhemilev: "Riconosciamo i loro meriti e la dignità delle loro cause, vivono in condizioni molto difficili e subiscono una terribile violazione dei loro diritti fondamentali".(ANSA).

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