(ANSA) - BRUXELLES, 16 DIC - Le promesse europee non
mantenute sull'immigrazione. Le corsie preferenziali riservate
solo alla Germania, che riesce a bloccare il completamento
dell'Unione bancaria e l'avvio dello schema di garanzia dei
depositi. Le proposte di David Cameron per negoziare una riforma
del rapporto con la Ue tanto ineludibile quanto impossibile da
realizzare almeno nei termini prospettati dal premier britannico
per discriminare l'accesso degli altri europei al welfare di
Londra. La contraddizione di chiedere a Mosca il sostegno in
Siria e Libia salvo poi cercare di rinnovare in automatico le
sanzioni economiche contro la Russia. L'irritazione per la
"strabiliante" procedura aperta da Bruxelles contro l'Italia per
la mancata identificazione immediata dei migranti. Il no
preventivo dell'Italia (ma anche di 9 paesi dell'est e degli
stessi Usa) ad un possibile via libera della Commissione europea
al raddoppio del gasdotto Nord Stream dopo la bocciatura del
South Stream che interessava l'Italia e garantiva la fornitura
di gas all'Europa mediterranea. Sarà un Matteo Renzi all'attacco
quello che arriverà domani a Bruxelles per l'ultimo vertice del
2015, il 13/o negli ultimi 12 mesi, il settimo centrato sulla
crisi dell'immigrazione.
Nei due giorni di summit "la parola d'ordine sarà 'mettere in
atto' quanto già deciso finora", spiegano fonti diplomatiche che
parlano di uno stallo di fatto: da Francia e Germania si fa
pressione ad esempio per aprire "centri di ritenzione" per
tenere sotto controllo i migranti, dall'Italia si rimprovera che
ricollocazione e rimpatri sono fermi e si spiega i centri non
sono realistici di fronte ai numeri previsti.
Nessuna decisione nuova da prendere, ma tanti gli argomenti
spinosi su cui scegliere se moltiplicare le linee di frattura o
trovare terreno comune. E se oggi Jean Claude Juncker al
Parlamento europeo promette che "sotto la mia leadership faremo
tutto il possibile per difendere Schengen e rendere più forti i
principi che esso rappresenta" è anche evidente che aumenta lo
scollamento tra molte capitali e la Commissione europea,
sospettata di "fughe in avanti" che rendono ancora più confuso
il quadro Ue.
Diversi diplomatici dei 28, ma anche fonti vicine allo stesso
presidente del Consiglio Donald Tusk, non nascondono ad esempio
la perplessità per la scelta della Commissione di presentare
appena ieri - a sole 48 ore dal summit - il progetto per la
creazione del corpo di guardie di frontiera e guardacoste
europei. Che dovrebbe intervenire per "aiutare" uno stato membro
in difficoltà anche quando non è richiesto. "In realtà nessuno
ha avuto il tempo di analizzare la proposta, ma finirà che i
leader saranno chiamati a parlarne dai giornalisti senza aver
fatto alcuna valutazione concreta, che sarà rimandata al
prossimo appuntamento" spiega un alto funzionario del Consiglio.
Intanto, parlando a Camera e Senato per ottenere il mandato,
il presidente del Consiglio ha sottolinea che il vertice di
domani sarà "l'occasione per illustrare in modo organico la
nostra visione di diplomazia, di sicurezza, di politica estera,
che non viene meno rispetto alla politica estera del passato".
In Parlamento ha lasciato però già trapelare motivi di
insofferenza. Annunciando l'apertura di un secondo hotspot ha
sottolineato che l'Italia "è pronta a intervenire tenendo fede
ai nostri impegni" aggiungendo che "chiederemo all'Europa se
loro sono in grado di tenere fede ai loro". E sottolineato che
"non tutti i migranti sono stati identificati subito in Germania
e Angela Merkel diceva prima salvarli poi la burocrazia, ma
questo non sembra valere per l'Italia".(ANSA).
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Renzi all'attacco a vertice Ue. Juncker difende Schengen
Migranti,Brexit,Nord Stream,Russia,banche: tanti i temi spinosi