Nei due giorni di summit "la parola d'ordine sarà 'mettere in atto' quanto già deciso finora", spiegano fonti diplomatiche che parlano di uno stallo di fatto: da Francia e Germania si fa pressione ad esempio per aprire "centri di ritenzione" per tenere sotto controllo i migranti, dall'Italia si rimprovera che ricollocazione e rimpatri sono fermi e si spiega i centri non sono realistici di fronte ai numeri previsti.
Nessuna decisione nuova da prendere, ma tanti gli argomenti spinosi su cui scegliere se moltiplicare le linee di frattura o trovare terreno comune. E se oggi Jean Claude Juncker al Parlamento europeo promette che "sotto la mia leadership faremo tutto il possibile per difendere Schengen e rendere più forti i principi che esso rappresenta" è anche evidente che aumenta lo scollamento tra molte capitali e la Commissione europea, sospettata di "fughe in avanti" che rendono ancora più confuso il quadro Ue. Diversi diplomatici dei 28, ma anche fonti vicine allo stesso presidente del Consiglio Donald Tusk, non nascondono ad esempio la perplessità per la scelta della Commissione di presentare appena ieri - a sole 48 ore dal summit - il progetto per la creazione del corpo di guardie di frontiera e guardacoste europei. Che dovrebbe intervenire per "aiutare" uno stato membro in difficoltà anche quando non è richiesto. "In realtà nessuno ha avuto il tempo di analizzare la proposta, ma finirà che i leader saranno chiamati a parlarne dai giornalisti senza aver fatto alcuna valutazione concreta, che sarà rimandata al prossimo appuntamento" spiega un alto funzionario del Consiglio.
Intanto, parlando a Camera e Senato per ottenere il mandato, il presidente del Consiglio ha sottolinea che il vertice di domani sarà "l'occasione per illustrare in modo organico la nostra visione di diplomazia, di sicurezza, di politica estera, che non viene meno rispetto alla politica estera del passato".
In Parlamento ha lasciato però già trapelare motivi di insofferenza. Annunciando l'apertura di un secondo hotspot ha sottolineato che l'Italia "è pronta a intervenire tenendo fede ai nostri impegni" aggiungendo che "chiederemo all'Europa se loro sono in grado di tenere fede ai loro". E sottolineato che "non tutti i migranti sono stati identificati subito in Germania e Angela Merkel diceva prima salvarli poi la burocrazia, ma questo non sembra valere per l'Italia".
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