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Tlc: operatori Etno, riforma Ue non sostiene investimenti 5G

Persa ambizione iniziale. Lettera firmata da 35 gruppi,anche Tim

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 23 APR - La riforma Ue del codice delle telecomunicazioni, che deve ridisegnare l'assetto del settore per lo sviluppo del 5G, ha preso la direzione sbagliata e, così come è in corso di modifica, viene meno all'obiettivo fondamentale di favorire gli investimenti. E' il nuovo monito d'allarme lanciato dagli operatori 'storici' europei di Etno, dove gli ad di 35 gruppi tra cui Tim (per cui ha però firmato il presidente Arnaud de Puyfontaine) hanno sottoscritto una dichiarazione. E' infatti giunto alle sue battute finali il negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue sul testo della riforma, dove il principale nodo da sciogliere resta quello del co-investimento, dopo l'intesa raggiunta sul modello 'wholesale only' che promuove chi è attivo solo nelle infrastrutture e non sei servizi come quello di OpenFiber. La proposta originaria di Bruxelles consentiva infatti una certa deregolamentazione a quegli operatori che si fossero messi insieme con un'intesa per investire in nuove reti 5G. Ora, invece, ha preso piede un approccio dove a prevalere sono i timori di limitazione della concorrenza a vantaggio degli operatori 'incumbent', che elimina una deregolamentazione d'ufficio e richiede una valutazione caso per caso da parte dei garanti nazionali. E che ai privati non dà certezze.

"Scriviamo oggi per esprimere la nostra profonda preoccupazione sullo status dei negoziati politici tra le istituzioni europee", perché "sfortunatamente, non ci cono segnali che il codice risponda alla sua ambizione iniziale". Al contrario, "ci sono stati pochi progressi su misure vitali per facilitare lo sviluppo del 5G". Non solo. L'attuale testo "viene meno anche nel sostenere modelli di investimento di successo nella fibra, che richiedono forti incentivi per accordi di co-investimento così come per quelli commerciali". Da qui l'appello di Etno per "affrontare in modo urgente le carenze" del testo legislativo, altrimenti "persino le direttive Ue esistenti darebbero più prevedibilità e certezza" a chi investe.

(ANSA).

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