(ANSA) - BRUXELLES, 23 SET - Un terzo della spesa europea nei
porti, tra il 2000 e il 2013, è stata inefficiente e non
sostenibile: è quanto emerge da un rapporto della Corte dei
Conti Ue che ha analizzato 19 porti in Germania, Polonia,
Italia, Svezia e Spagna, concludendo che un euro su tre di
quelli spesi per i progetti esaminati (194 milioni di euro in
totale) sono andati a raddoppiare strutture che già esistevano
nei porti vicini. E 97 milioni sono stati investiti in
infrastrutture che o non sono state utilizzate o lo sono
pochissimo dopo tre anni dalla costruzione.
Un esempio di infrastruttura portuale pochissimo utilizzata è
il terminale container di Taranto, operativo dal 2002 ma sempre
più in disuso dal 2006, quando il traffico è diminuito. Tanto
che la società che gestiva il terminal ha cessato le attività a
Taranto nel 2015 e si è unita un gruppo del Pireo. Nel porto di
Taranto sono stati investiti 38 milioni di euro, sottolinea il
rapporto. In Italia, inoltre, cinque dei sei porti analizzati
non sono ancora completi per problemi amministrativi. Tra questi
il porto di Salerno, che ha un ritardo record di 36 mesi per la
costruzione di connessioni stradali e ferroviarie.
Per la Corte dei Conti, le strategie nazionali non forniscono
una base robusta per la pianificazione portuale. E né la Ue né
gli Stati membri hanno una visione di quali porti hanno bisogno
di fondi, e per cosa, visto che si continua a finanziarie
infrastrutture simili in porti vicini.(ANSA).
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Corte Conti Ue, spesa su porti inefficiente, non sostenibile
Terminal container Taranto esempio di soldi mal spesi