(ANSA) - BRUXELLES, 28 MAR - La Corte dei Conti Ue fa luce
sui criteri di assegnazione dei fondi strutturali europei dopo
il 2020. Mentre le istituzioni comunitarie e gli Stati membri
stanno negoziando l'entità del bilancio dell'Unione per il
periodo 2021-2027 e le nuove normative che ne regoleranno i vari
settori, la Corte dei Conti fa chiarezza sulla proposta avanzata
dalla Commissione Ue nel maggio 2018. L'esecutivo ha suggerito
di adottare un bilancio di 1.279 miliardi di euro, di cui 373
miliardi sarebbero destinati alla coesione, con un taglio del
10% rispetto all'attuale periodo 2014-2020. "La procedura è
sostanzialmente analoga a quella adottata nei periodi precedenti
e rimane relativamente complessa, sebbene la Commissione sia
stata più trasparente che in passato", scrive la Corte,
sottolineando che "i Paesi e le regioni potranno anche
beneficiare di finanziamenti in funzione di fattori
socioeconomici e ambientali, come il tasso di disoccupazione
giovanile o il livello di istruzione raggiunto. Per la prima
volta, sono prese in considerazione la migrazione e le emissioni
di gas a effetto serra, ma l'effetto - secondo la Corte - è
limitato". In entrambi i periodi 2014-2020 (86%) e 2021-2027
(81%), infatti, la prosperità, cioè il Pil "conta per oltre
l'80% delle risorse assegnate". Nel prossimo settennato, i
criteri demografici e legati al mercato del lavoro varranno per
un punto percentuale in più (da 14 a 15%), 1% delle risorse
dipenderanno da criteri climatici, il 3% dalle politiche
migratorie. (ANSA).
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Corte conti Ue fa chiarezza su assegnazione fondi dopo 2020
Prima volta per criteri clima e migranti, ma 'effetto limitato'