(ANSA) - BRUXELLES, 6 NOV - Uno scandalo sul tema fiscale
sfiora il nuovo Presidente della Commissione Ue, il
lussemburghese Jean Claude Juncker. Un'inchiesta portata avanti
dal The International Consortium of Investigative Journalism
(ICIJ) diffusa in contemporanea in 26 paesi, ha rivelato accordi
segreti tra le autorità di Lussemburgo e oltre 300 aziende in
tutto il mondo, tra cui 31 italiane, allo scopo di spostare
enormi flussi finanziari pagando tasse minime.
"Un'emorragia di fondi - scrive l'Espresso, che ha
l'esclusiva per l'Italia - che sottrae risorse all'economia del
resto dell'Ue". Dai documenti, circa 28 mila pagine, emerge il
coinvolgimento di colossi come Amazon, Ikea, Deutsche Bank
Procter & Gamble, Pepsi a Gazprom, ma anche 31 società italiane
o operanti in Italia, tra cui, scrive sempre il settimanale,
"banche come Intesa San Paolo, Unicredit, Marche e Sella o
aziende di Stato come Finmeccanica, i fondi immobiliari targati
Deutsche Bank, e un accordo fiscale concluso da Finmeccanica".
Quindi nessuna ipotesi di reato, ma a Bruxelles monta un certo
imbarazzo dal punto di vista politico, tenuto conto che, come
scrive 'L'Espresso', si tratta di "un sistema cresciuto anche
grazie al lungo governo di Jean-Claude Juncker, premier per 18
anni e ora alla guida della Commissione europea". In questo
clima teso, cerca di gettare acqua sul fuoco il suo portavoce:
"Il Presidente è sereno: è un tipico caso di aiuti di Stato",
spiega Margeritis Schinas, ricordando che su questa vicenda
indaga la Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager che
"sta continuando il lavoro cominciato dal suo predecessore
Almunia". Lo stesso Juncker ha deciso di annullare la sua
partecipazione a una conferenza in programma oggi, con il suo
predecessore Jacques Delors, dopo aver appreso che è malato.
"Juncker - sottolinea sempre Schinas - non andrà all'incontro,
non può interagire con se stesso".
Ma la polemica politica non si placa: il capogruppo dei
socialisti, Gianni Pittella osserva che "è in gioco la sua
credibilità" e che Juncker deve mostrare "da che parte sta, se
dalla parte dei cittadini o degli evasori fiscali delle
aziende". Il Ppe, con Manfred Weber, gli conferma "piena
fiducia", mentre il leader dei liberaldemocratici, Guy
Verhofstadt chiede che la Commissione venga "immediatamente in
Parlamento a spiegare l'accaduto". Infine Marine Le Pen, leader
del Front National, chiede direttamente le dimissioni dello
statista lussemburghese. (ANSA).
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Scoppia LuxLeaks, scandalo tasse 'tegola' per Juncker
Emergono patti segreti tra multinazionali e Lussemburgo