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Scoppia LuxLeaks, scandalo tasse 'tegola' per Juncker

Scoppia LuxLeaks, scandalo tasse 'tegola' per Juncker

Emergono patti segreti tra multinazionali e Lussemburgo

BRUXELLES, 06 novembre 2014, 16:45

Redazione ANSA

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Uno scandalo sul tema fiscale sfiora il nuovo Presidente della Commissione Ue, il lussemburghese Jean Claude Juncker. Un'inchiesta portata avanti dal The International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ) diffusa in contemporanea in 26 paesi, ha rivelato accordi segreti tra le autorità di Lussemburgo e oltre 300 aziende in tutto il mondo, tra cui 31 italiane, allo scopo di spostare enormi flussi finanziari pagando tasse minime. "Un'emorragia di fondi - scrive l'Espresso, che ha l'esclusiva per l'Italia - che sottrae risorse all'economia del resto dell'Ue". Dai documenti, circa 28 mila pagine, emerge il coinvolgimento di colossi come Amazon, Ikea, Deutsche Bank Procter & Gamble, Pepsi a Gazprom, ma anche 31 società italiane o operanti in Italia, tra cui, scrive sempre il settimanale, "banche come Intesa San Paolo, Unicredit, Marche e Sella o aziende di Stato come Finmeccanica, i fondi immobiliari targati Deutsche Bank, e un accordo fiscale concluso da Finmeccanica".

Quindi nessuna ipotesi di reato, ma a Bruxelles monta un certo imbarazzo dal punto di vista politico, tenuto conto che, come scrive 'L'Espresso', si tratta di "un sistema cresciuto anche grazie al lungo governo di Jean-Claude Juncker, premier per 18 anni e ora alla guida della Commissione europea". In questo clima teso, cerca di gettare acqua sul fuoco il suo portavoce: "Il Presidente è sereno: è un tipico caso di aiuti di Stato", spiega Margeritis Schinas, ricordando che su questa vicenda indaga la Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager che "sta continuando il lavoro cominciato dal suo predecessore Almunia". Lo stesso Juncker ha deciso di annullare la sua partecipazione a una conferenza in programma oggi, con il suo predecessore Jacques Delors, dopo aver appreso che è malato.

"Juncker - sottolinea sempre Schinas - non andrà all'incontro, non può interagire con se stesso". Ma la polemica politica non si placa: il capogruppo dei socialisti, Gianni Pittella osserva che "è in gioco la sua credibilità" e che Juncker deve mostrare "da che parte sta, se dalla parte dei cittadini o degli evasori fiscali delle aziende". Il Ppe, con Manfred Weber, gli conferma "piena fiducia", mentre il leader dei liberaldemocratici, Guy Verhofstadt chiede che la Commissione venga "immediatamente in Parlamento a spiegare l'accaduto". Infine Marine Le Pen, leader del Front National, chiede direttamente le dimissioni dello statista lussemburghese.

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