(ANSA) - RIMINI, 24 AGO - Sul fronte del fermo pesca per
permettere il ripopolamento della fauna ittica nei nostri mari
"coordiniamoci a livello europeo e mettiamoci d'accordo fra le
varie nazioni che hanno marinerie attive nel Mediterraneo". A
chiederlo è l'eurodeputato riminese Marco Affronte, ex Cinque
Stelle, ora indipendente nel gruppo Verde. "In queste settimane
le barche italiane dell'alto Adriatico sono in porto per
rispettare il fermo pesca biologico - ricorda il parlamentare
europeo -, mentre quelle croate stanno pescando a più non posso.
E' assurdo, non ha senso. Se è vero, com'è vero, che l'Europa
sta cercando sempre più strumenti di regolamentazione
transnazionale della pesca, perché allora - chiede Affronte - il
periodo di fermo pesca lo scelgono i singoli stati membri? La
risorsa sulla quale incidono - sottolinea il politico romagnolo
- è la stessa, e il bacino il medesimo. Ai pesci non importa se
sono pescati da reti italiane o croate. Come se non bastasse ora
il pesce croato arriva direttamente sul mercato al dettaglio
italiano con prezzi elevatissimi". Quindi, argomenta, "si tratta
di una situazione che mette a rischio i pescatori artigianali
italiani, in una situazione di disparità coi dirimpettai croati.
Per questo - conclude Affronte, che a Bruxelles siede proprio in
commissione pesca - ho presentato un'interrogazione per capire
se la Commissione Europea abbia intenzione di legiferare
affinché anche i periodi di fermo-pesca siano coordinati fra i
vari stati membri". (ANSA).
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Pesca: Affronte, serve coordinamento europeo su fermo
'Barche italiane in porto, le croate no'. Interrogazione a Ue