E' assurdo, non ha senso. Se è vero, com'è vero, che l'Europa sta cercando sempre più strumenti di regolamentazione transnazionale della pesca, perché allora - chiede Affronte - il periodo di fermo pesca lo scelgono i singoli stati membri? La risorsa sulla quale incidono - sottolinea il politico romagnolo - è la stessa, e il bacino il medesimo. Ai pesci non importa se sono pescati da reti italiane o croate. Come se non bastasse ora il pesce croato arriva direttamente sul mercato al dettaglio italiano con prezzi elevatissimi". Quindi, argomenta, "si tratta di una situazione che mette a rischio i pescatori artigianali italiani, in una situazione di disparità coi dirimpettai croati.
Per questo - conclude Affronte, che a Bruxelles siede proprio in commissione pesca - ho presentato un'interrogazione per capire se la Commissione Europea abbia intenzione di legiferare affinché anche i periodi di fermo-pesca siano coordinati fra i vari stati membri".
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