Emilia Romagna

Uccisa a Modena aveva denunciato l'ex

La Procura precisa: una querela per minacce

Redazione Ansa

Ghizlan El Hadraoui, la badante marocchina 37enne trovata bruciata nella sua auto mercoledì in via Cavazza a Modena, meno di un mese fa aveva denunciato in procura a Modena l'ex marito, Khalil Laamane, 49enne attualmente in stato di fermo con l'ipotesi di omicidio volontario pluriaggravato, per minacce. A riportare la notizia è l'edizione modenese de il Resto del Carlino. L'avvocato Monica Rustichelli, che ha assistito la 37enne, uccisa con quattro coltellate alla schiena, confermando che a fine gennaio era appunto stata presentata la denuncia, ha commentato: "La sua vita è stata un inferno, voleva solo assicurare ai suoi figli un futuro senza violenza. Ma nessuno l'ha ascoltata". 

"Nel ribadirsi che non risultano registrate denunce-querele che vedono come persona offesa Ghizlan El Hadraoui, dalla ricerca disposta tra le numerosissime notizie di reato pervenute in Procura", è stata rinvenuta una denuncia-querela, depositata il 21 gennaio, "in ordine ai reati di ingiuria, minaccia e diffamazione, (così individuati in denuncia-querela), reati di competenza del Giudice di Pace". Lo precisa il procuratore di Modena Lucia Musti, spiegando che la denuncia-querela - che riguarda la donna uccisa e trovata carbonizzata nella sua auto, un fatto per cui è stato fermato l'ex marito - "è stata prontamente letta dal Pm, il quale ha correttamente ravvisato il solo delitto di minaccia, in quanto il delitto di ingiuria è stato abrogato" e la diffamazione "era insussistente per mancanza di percezione delle offese da parte di terzi siccome profferite per lo più in lingua araba".

La denuncia "ha riportato pertanto un solo episodio verificatosi dinanzi alla scuola di un figlio della coppia". Il singolo episodio di minaccia, spiega il procuratore, non è idoneo a integrare lo stalking che richiede "la reiterazione di condotte moleste ed il verificarsi di un evento di danno quale la modificazione-alterazione delle proprie abitudini di vita ovvero un perdurante e grave stato di ansia e di paura ovvero un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto". Per Musti, "nessuno di tali elementi" si poteva ravvisare "nella lettura tempestiva" della denuncia depositata in Procura. E' stata quindi "prontamente disposta, all'esito della lettura, la registrazione nel registro informatico, registrazione che presenta ritardi a causa di carenza del personale preposto. Evidenzio - conclude - che la Procura di Modena tratta con priorità, in ossequio al dettato della legge e delle circolari del Csm, i più gravi reati di stalking e di maltrattamenti in famiglia, richiedendo altresì le misure cautelari applicabili".
   

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