Emilia Romagna

Pasqua: vescovo Ravenna, quest'anno è difficile fare festa

Dopo vicende sacerdoti, 'se siamo caduti chiediamo perdono'

Redazione Ansa

(ANSA) - RAVENNA, 19 APR - "La nostra Chiesa di Ravenna- Cervia arriva a celebrare la Pasqua 2014 con un peso in più per quello che ha visto succedersi nella settimana scorsa. La fatica è inevitabile, difficile fare festa. Ci siamo sentiti un poco chiusi nel sepolcro con Lazzaro, per i segni di morte che abbiamo visto. E non sarebbe stato giusto chiudere gli occhi, perché ci sono di mezzo delle persone che hanno sofferto, che soffrono; qualcuno ha anche delle colpe". Comincia così il messaggio di Pasqua dell'arcivescovo di Ravenna, monsignor Lorenzo Ghizzoni, diffuso sul sito della Curia all'indomani delle vicende di cronaca che hanno coinvolto sacerdoti della diocesi: il parroco di Casalborsetti arrestato in un'inchiesta sulla pedofilia, il suo sostituto denunciato per omissione di soccorso dopo aver investito con l'auto un 17enne in scooter ed essere fuggito, l'ex parroco di Punta Marina al centro di una querelle, dai risvolti anche sentimentali, con una giovane.
    "Si possono corrompere i rapporti umani, le amicizie; si possono corrompere gli accordi e i patti; a volte si corrompono le menti e i cuori, le coscienze e anche le vocazioni. Ma Qualcuno, come è successo a Lazzaro, ci chiama fuori e ci rimette in piedi, sciogliendoci dai legami. Non progettiamo funerali quindi, ma rinnovamento e guarigione, conversione e lotta spirituale", sottolinea l'arcivescovo. "Non è necessario fare ricorso ai linguaggi apocalittici - aggiunge Ghizzoni - per riprendere coscienza che c'è un potere del maligno che si insinua e sfrutta le nostre debolezze umane e soprattutto quelle spirituali, per allontanarci dall'Agnello immolato e dalle schiere dei martiri e dei santi che lo seguono, per portarci ad adorare i falsi dei del mondo, sperando di farci precipitare nel vuoto e nel nulla. Se siamo caduti, chiediamo perdono, a tutti; se siamo ancora dentro qualche schiavitù invochiamo aiuto dai fratelli, senza nasconderci, lasciandoci soccorrere". (ANSA).
   

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