"La nostra Chiesa di Ravenna-
Cervia arriva a celebrare la Pasqua 2014 con un peso in più per
quello che ha visto succedersi nella settimana scorsa. La fatica
è inevitabile, difficile fare festa. Ci siamo sentiti un poco
chiusi nel sepolcro con Lazzaro, per i segni di morte che
abbiamo visto. E non sarebbe stato giusto chiudere gli occhi,
perché ci sono di mezzo delle persone che hanno sofferto, che
soffrono; qualcuno ha anche delle colpe". Comincia così il
messaggio di Pasqua dell'arcivescovo di Ravenna, monsignor
Lorenzo Ghizzoni, diffuso sul sito della Curia all'indomani
delle vicende di cronaca che hanno coinvolto sacerdoti della
diocesi: il parroco di Casalborsetti arrestato in un'inchiesta
sulla pedofilia, il suo sostituto denunciato per omissione di
soccorso dopo aver investito con l'auto un 17enne in scooter ed
essere fuggito, l'ex parroco di Punta Marina al centro di una
querelle, dai risvolti anche sentimentali, con una giovane.
"Si possono corrompere i rapporti umani, le amicizie; si
possono corrompere gli accordi e i patti; a volte si corrompono
le menti e i cuori, le coscienze e anche le vocazioni. Ma
Qualcuno, come è successo a Lazzaro, ci chiama fuori e ci
rimette in piedi, sciogliendoci dai legami. Non progettiamo
funerali quindi, ma rinnovamento e guarigione, conversione e
lotta spirituale", sottolinea l'arcivescovo. "Non è necessario
fare ricorso ai linguaggi apocalittici - aggiunge Ghizzoni - per
riprendere coscienza che c'è un potere del maligno che si
insinua e sfrutta le nostre debolezze umane e soprattutto quelle
spirituali, per allontanarci dall'Agnello immolato e dalle
schiere dei martiri e dei santi che lo seguono, per portarci ad
adorare i falsi dei del mondo, sperando di farci precipitare nel
vuoto e nel nulla. Se siamo caduti, chiediamo perdono, a tutti;
se siamo ancora dentro qualche schiavitù invochiamo aiuto dai
fratelli, senza nasconderci, lasciandoci soccorrere".
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