(ANSA) - ROMA, 02 AGO - Primo semestre complicato per le
vendite di vino italiano negli scaffali di Usa, Germania e Regno
Unito, i primi tre mercati top, che registrano un calo dei
volumi in doppia cifra (-10,6%) rispetto allo scorso anno, per
un controvalore di 2,26 miliardi di euro (-8,1%). Lo rileva
l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, sulla base di dati Nielsen, nel
precisare che la contrazione riguarda tutte le principali
denominazioni del Belpaese: negli Usa il Pinot grigio, che
rappresenta quasi la metà delle vendite di vini fermi, cede in
volume quasi il 3% e viene superato a valore dai neozelandesi
del Sauvignon blanc; in difficoltà anche altri alfieri come il
Lambrusco e il Chianti, che vendono rispettivamente il 16% e
l'11% in meno delle bottiglie.
E se negli Usa il Prosecco è stabile e si appresta ad
agganciare per volume gli spumanti californiani, è in calo nel
Regno Unito (-18%), insieme a tutte le principali produzioni:
dal Pinot grigio (-9%) al Sangiovese (-22%), dal Primitivo
(-18%) al Montepulciano (-15%). In controtendenza sono i rosati,
che accelerano a +12%. In Germania il Primitivo, re delle
vendite tricolori, cede oltre il 9% dei volumi acquistati,
mentre fanno peggio il Pinot grigio (-18%), il Nero d''Avola
(-24%) e il Chianti (-19%). In controtendenza invece il Grillo
(+6,5%) e i rosè (+9%).
"C'è un delta rilevante tra i dati export registrati in
questo avvio di anno e gli effettivi consumi riscontrati nella
distribuzione organizzata nei top 3 mercati che incide in media
per circa il 70% delle vendite complessive di vino importato",
commenta il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo
Castelletti, "il timore è che la contrazione dei consumi
determini un rallentamento degli ordini nei prossimi mesi, ancor
più quando il peso dell'inflazione si farà sentire anche sugli
scaffali esteri; si spera invece che il canale della
ristorazione, in netta risalita, possa attenuare il più
possibile l'effetto di una congiuntura che non aiuta". (ANSA).
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Vino: export in Usa, Germania e Uk -11% in primo semestre
Uiv, giù tutte le denominazioni, si spera in ristorazione