(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Innovazione varietale, più
aggregazione e rapporti nuovi con i Paesi terzi per sostenere
l'uva da tavola italiana, che vale 1 miliardo. E' la strategia
di rilancio del settore Made in Italy proposta da
Cia-Agricoltori Italiani, in un documento inviato alla ministra
delle Politiche agricole Teresa Bellanova, al sottosegretario
Giuseppe L'Abbate, ai presidenti delle Commissioni Agricoltura
di Camera e Senato e agli assessori regionali. Obiettivo è
ridare competitività a un settore che esporta per ben 600
milioni di euro, ma che sconta debolezze strutturali e
situazioni climatiche negative.
Con circa 1 milione di tonnellate l'anno su una superficie di
46 mila ettari, l'Italia è il principale produttore europeo di
uva da tavola, ma oggi l'offerta è incentrata su varietà
storiche, con quote ancora limitate di uve senza semi, meno del
35% della produzione tricolore, oggi le più gettonate dai
mercati. Da qui la necessità di puntare sull'innovazione
varietale adatta all'ambiente mediterraneo e ai cambiamenti
climatici, con programmi di ricerca pubblico-privata, piani di
rinnovamento anche in chiave di sostenibilità e
digitalizzazione.
Ad indebolire la filiera, fa notare Cia, è anche la scarsa
aggregazione in Op (Organizzazioni di Produttori), il cui valore
di produzione commercializzata non supera il 30% di quello
totale.
Terzo pilastro della strategia di rilancio di Cia sono i
rapporti con i Paesi terzi, a partire dalla revisione di accordi
bilaterali, che devono essere rilanciati per preservare la
competitività dei produttori comunitari. Questo, segnala Cia,
con particolare riferimento all'accordo Ue-Egitto, dove occorre
introdurre limiti quantitativi per l'import a condizione
agevolate. Non ultimo, la necessità di un rafforzamento
dell'export, con l'apertura verso nuove destinazioni, in primis
la Cina e tutto il mercato asiatico. (ANSA).
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Cia, 3 mosse per rilanciare l'uva da tavola, vale 1 miliardo
Piano inviato a Bellanova: ricerca, aggregazione e Paesi terzi