(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Il cambiamento climatico fra il 2030
e il 2040 aumenterà la probabilità di danni da ondate di calore
dal 5% del 1990 sino al 49,5%, provocando una riduzione del
reddito netto medio per alcune tipologie di aziende
agricole-zootecniche tra il 5% e il 13%, superiore ai margini
economici di sostenibilità dell'impresa. Per cui è necessario,
in particolare, "migliorare l'interconnessione tra ricerca,
imprese agricole e politica che vadano tutte nella stessa
direzione". E' quanto emerso dal convegno "Agricoltura e
cambiamenti climatici: sfide e opportunità" organizzato dal
Nucleo di Ricerca per la Desertificazione dell'Università di
Sassari presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari
e forestali, a Roma.
E se i dati del 2017 parlano dell'anno più secco degli ultimi
due secoli con danni stimati pari a circa 2 miliardi di euro
gran parte dovuti alla siccità, solo in ottobre sono mancati in
Italia 19 miliardi di metri cubi di acqua piovana, Pier Paolo
Roggero, professore del Dipartimento di Agraria dell'Università
di Sassari ricorda che "l'impatto del cambiamento climatico in
agricoltura non può essere facilmente generalizzato. Alcune
produzioni - spiega - sono calate (mais in pianura padana) altre
migliorate in qualità e diminuite in quantità (uva da vino),
altre migliorate in qualità e quantità (olivo da olio in
Sardegna). In ogni situazione c'è chi vince e chi perde. Ma
complessivamente il sistema perde, soprattutto quando c'e' una
forte specializzazione delle produzioni in pochi distretti". Per
Roggero "mancano interventi strutturali da parte degli
agricoltori e per questo dobbiamo aiutarli con strumenti
tecnologici e modellistici previsionali nuovi".(SEGUE).
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Clima: nel 2030-40 reddito aziende agricole fino a -13%
Convegno Mipaaf, migliorare dialogo ricerca, imprese e politica