(ANSA) - ROMA, 18 MAG - L'agroecologia rappresenta
un'alternativa possibile e sostenibile all'agricoltura
industriale, in grado di contenere i cambiamenti climatici. Ecco
perché la Fao ospiterà a Roma nell'aprile 2018 il secondo
simposio internazionale dedicato al tema. Ad annunciarlo, il
direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'Alimentazione e l'Agricoltura, Jose Graziano da Silva,
intervenendo oggi alla Farnesina alla conferenza 'Building the
sustainable food systems of the 21st Century: the agroecological
alternative'', organizzata dalla Cooperazione italiana allo
Sviluppo e dall'International Panel of Experts on Sustainable
Systems - IPES Food. Cresce la quantità di cibo prodotta nel
mondo, ma la fame nel mondo è ancora una piaga che colpisce 800
milioni di persone. ''Negli anni '60 incrementare la quantità di
cibo prodotta nei Paesi in Via di Sviluppo ha consentito di
evitare una catastrofe'', ma questa crescita ha prodotto effetti
nefasti, ha ricordato Da Silva sottolineando come ''i sistemi
agroindustriali producano il 30% delle emissioni di gas serra''.
Per questo motivo, ''abbiamo bisogno di promuovere sistemi
alternativi, e l'agroecologia è parte di questa soluzione''. Un
sistema che promuove un insieme di tecniche agricole basate su
principi ecologici che vanno dalla condivisione e la
conservazione delle sementi alla diversificazione dei sistemi
agricoli, fino all'utilizzo di sistemi naturali per aumentare il
raccolto, controllare i parassiti e incrementare la fertilità
dei terreni. Con il risultato di far aumentare la produttività
in modo sostenibile sia sul fronte economico che ambientale e
sociale, offrendo grandi opportunità anche sul piano del
contenimento dei cambiamenti climatici. Ecco perché, afferma Da
Silva, negli ultimi anni la Fao ha facilitato il dialogo in
questo campo organizzando a Roma nel 2015 il primo simposio
internazionale sull'agroecologia. A fargli da eco, ci sono il
presidente del Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo
(Ifad), Gilbert H. Houngbo, per il quale per combattere la fame
nel mondo ''non esistono soluzioni uniche'' ma soluzioni che
tengono conto delle peculiarità delle singole comunità locali e
il direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale David
Beasley, secondo cui le tre Agenzie Onu dislocate a Roma,
lavorano insieme per cercare di raggiungere l'obiettivo di
cancellare la fame nel mondo entro il 2030. Azzerare la fame nel
mondo è possibile, ma prima, precisa Beasley, ''abbiamo bisogno
di risolvere i conflitti in corso''. Ogni giorno nel mondo
muoiono di fame 21 mila persone, mentre ogni secondo muoiono di
stenti 5 bambini. ''Non esistono scuse per tutto ciò''. Le "3
Agenzie hanno lo stesso obiettivo, possiamo fare meglio e faremo
meglio". ''Solo un'azione congiunta - ha detto concludendo i
lavori il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo
del Ministero degli Affari Esteri, Pietro Sebastiani - può
portare la comunità internazionale ad affrontare le sfide del
presente. E l'Italia è un partner su cui si può contare''.
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Simposio Fao su agroecologia ad aprile 2018 a Roma
Da conferenza Farnesina, Agenzie Onu rilanciano lotta fame mondo