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Passaggio ravvicinato di un asteroide, ma senza rischi

Il secondo in 2 settimane entro la distanza che separa Terra e Luna

Rappresentazione artistica di un asteroide vicino alla Terra (fonte: Sebastian Kaulitzki/Science Photo Library/Corbis, public domain, da Wikipedia)

Redazione Ansa

A nemmeno due settimane dal passaggio ravvicinato alla Terra dell'asteroide 2023 EY, avvenuto il 17 marzo, un'altra roccia spaziale si prepara a sfiorare il nostro pianeta il 25 marzo, passando ancora una volta all'interno della distanza che separa la Terra dalla Luna: stavolta si tratta dell'asteroide 2023 DZ2, che raggiungerà una distanza minima di circa 168mila chilometri dalla superficie terrestre, cioè meno della metà del tragitto tra il nostro pianeta e il suo satellite, ma comunque di tutta sicurezza.

Il massimo avvicinamento alla Terra è previsto alle 20,52 ora italiana del 25 marzo, ma il nuovo visitatore continuerà ad essere visibile anche nelle ore successive. Per riuscire a osservare l'asteroide, visibile nell'emisfero settentrionale, occorre un telescopio di almeno 15 centimetri di diametro: 2023 DZ2 sembrerà una stella che si muove lentamente sopra l'orizzonte sud-orientale, a Est rispetto alle costellazioni di Orione e del Cane Maggiore e Minore..

Sarà anche possiile osservarlo in diretta, grazie all'evento organizzato dal Virtual Telescope, che sarà trasmesso online anche su ANSA Scienza a partire dalle ore italiane 00,30 della notte tra 25 e 26 marzo.

L'asteroide 2023 DZ2 ha un dimetro stimato tra 40 e 100 metri, almeno tre volte maggiore di quello che esplose nel 2013 sopra Chelyabinsk e viaggia ad una velocità di circa 28mila chilometri orari.

La prima osservazione di questo asteroide è avvenuta a febbraio 2023, grazie all'Osservatorio di La Palma, alle Canarie. Inizialmente, sembrava che 2023 DZ2 avrebbe avuto una possibilità su 430 di colpire la Terra al prossimo passaggio, nel 2026, dal momento che compie un'orbita completa intorno al Sole in poco più di tre anni. Ma i calcoli successivi, basati su dati più accurati, hanno eliminato anche questa remota possibilità, come osserva l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) su Twitter.

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