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Covid: su protezioni Burlo Trieste studio internazionale

"Pediatric Anesthesia" su procedure sedazione endonasale

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 14 OTT - Le procedure di sicurezza anti-Covid per i piccoli pazienti e gli operatori adottate all'Irccs Materno Infantile "Burlo Garofolo" di Trieste sono state oggetto di un articolo sulla prestigiosa rivista inglese "Pediatric Anesthesia".
    Il trattamento del dolore collegato alle procedure mediche invasive nel bambino non può prescindere dalla "sedazione procedurale", cioè l'utilizzo di farmaci usati per via endonasale, inalatoria o endovenosa. In tempi di pandemia da Covid-19, però, questa attività, praticata abitualmente al Burlo da almeno 20 anni, ha posto agli operatori problemi aggiuntivi, perché richiede oltre a uno stretto contatto con il paziente anche l'utilizzo di procedure che generano "aerosol", quindi aumentano il rischio di contagio da Covid.
    Per questo motivo, fin dall'inizio della pandemia, al Burlo una particolare attenzione è stata posta per limitare i rischi di trasmissione mediante esecuzione il più possibile di tamponi, protezione del personale con visiera, mascherine, sopra-camici degli operatori a diretto contatto, distanza sociale, limitazione del numero di operatori e di persone che accompagnano il bambino, uso di disinfettanti, disinfezione degli ambienti.
    "Abbiamo coniugato le pratiche di protezione dei pazienti e operatori che avevamo scelto - afferma Egidio Barbi, direttore della Clinica Pediatrica e coautore del primo lavoro in questo ambito nella letteratura internazionale - con l'opportunità pressoché unica fin dall'inizio della pandemia, di un monitoraggio di tutti gli operatori del Burlo in tempo reale, ogni 15 giorni, che si è aggiunto a un numero sempre maggiore di tamponi nei pazienti. Nei mesi di osservazione dello studio (marzo-agosto 2020), sono state documentate cinque infezioni su 530 persone circa di tutto lo staff, e nessuna negli operatori della sedazione procedurale. Per i pazienti sottoposti a sedazione, due infezioni sono state diagnosticate all'ingresso in ospedale in due bambini, sugli oltre 250 del periodo di studio".
    Per il direttore generale dell'Irccs, Stefano Dorbolò "i numeri assolutamente bassi delle infezioni riscontrate in sei mesi sono la dimostrazione di due aspetti: l'efficacia degli interventi tempestivi e preventivi e il senso di responsabilità e rispetto delle regole da parte del personale dell'Istituto".
    (ANSA).
   

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