Le procedure di sicurezza
anti-Covid per i piccoli pazienti e gli operatori adottate
all'Irccs Materno Infantile "Burlo Garofolo" di Trieste sono
state oggetto di un articolo sulla prestigiosa rivista inglese
"Pediatric Anesthesia".
Il trattamento del dolore collegato alle procedure mediche
invasive nel bambino non può prescindere dalla "sedazione
procedurale", cioè l'utilizzo di farmaci usati per via
endonasale, inalatoria o endovenosa. In tempi di pandemia da
Covid-19, però, questa attività, praticata abitualmente al Burlo
da almeno 20 anni, ha posto agli operatori problemi aggiuntivi,
perché richiede oltre a uno stretto contatto con il paziente
anche l'utilizzo di procedure che generano "aerosol", quindi
aumentano il rischio di contagio da Covid.
Per questo motivo, fin dall'inizio della pandemia, al Burlo
una particolare attenzione è stata posta per limitare i rischi
di trasmissione mediante esecuzione il più possibile di tamponi,
protezione del personale con visiera, mascherine, sopra-camici
degli operatori a diretto contatto, distanza sociale,
limitazione del numero di operatori e di persone che
accompagnano il bambino, uso di disinfettanti, disinfezione
degli ambienti.
"Abbiamo coniugato le pratiche di protezione dei pazienti e
operatori che avevamo scelto - afferma Egidio Barbi, direttore
della Clinica Pediatrica e coautore del primo lavoro in questo
ambito nella letteratura internazionale - con l'opportunità
pressoché unica fin dall'inizio della pandemia, di un
monitoraggio di tutti gli operatori del Burlo in tempo reale,
ogni 15 giorni, che si è aggiunto a un numero sempre maggiore di
tamponi nei pazienti. Nei mesi di osservazione dello studio
(marzo-agosto 2020), sono state documentate cinque infezioni su
530 persone circa di tutto lo staff, e nessuna negli operatori
della sedazione procedurale. Per i pazienti sottoposti a
sedazione, due infezioni sono state diagnosticate all'ingresso
in ospedale in due bambini, sugli oltre 250 del periodo di
studio".
Per il direttore generale dell'Irccs, Stefano Dorbolò "i
numeri assolutamente bassi delle infezioni riscontrate in sei
mesi sono la dimostrazione di due aspetti: l'efficacia degli
interventi tempestivi e preventivi e il senso di responsabilità
e rispetto delle regole da parte del personale dell'Istituto".
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